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Lutto al Policlinico di Palermo, è morto il professore Vincenzo La Bella: «Lo ricordiamo per la grande dedizione e professionalità»

Aveva 66 anni. Era il coordinatore del Centro regionale di riferimento per la Sla ed era molto stimato anche per la sua attività di ricerca

Sanità siciliana a lutto: si è spento il neurologo Vincenzo La Bella, coordinatore del Centro regionale di riferimento per la Sla e responsabile dell’ambulatorio delle malattie dei motoneuroni e dell’ambulatorio miastenia del Policlinico Paolo Giaccone di Palermo. Aveva 66 anni. Era professore associato di Neurologia della facoltà di Medicina e Chirurgia dell'università del capoluogo e aveva condotto numerose ricerche nel campo della sclerosi laterale amiotrofica.

A dare la triste notizia è stato il commissario straordinario del policlinico, Maria Grazia Furnari, che con un post condiviso sui social esprime il cordoglio della direzione strategica e di tutta l’azienda ospedaliera universitaria per la scomparsa del professore Vincenzo la Bella. «Ne ricordiamo le profonde doti umane, la passione per la docenza e la ricerca e il suo impegno nella cura della sclerosi laterale amiotrofica. Il professore La Bella è stato un medico generoso che si è sempre dedicato all’assistenza dei pazienti, oltre che con professionalità, con grande disponibilità, umanità e dedizione», si legge.

Di recente aveva contribuito, insieme agli esperti dell’Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica del Cnr di Messina, a individuare una nuova tecnica che prevede il prelievo di cellule del tessuto connettivo da pazienti colpiti dalla malattia neurodegenerativa. Sui social anche i messaggi di tanti colleghi e pazienti, profondamente colpiti dalla morte del medico, molto amato e stimato da tutti. «Le sue doti umane sono immense, pari alla sua professionalità. Grande per tutti. Per noi disabili affetti dalla sla è stato un punto di riferimento. Che la terra sia lieve», scrive Nino Farruggia. «Ci ha lasciato tutti sgomenti - si legge - sapevamo che stava poco bene, ma non immaginavo tanto. Condoglianze alla famiglia».

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