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Omicidio Geraci a Caccamo, il figlio Giuseppe: «Riconosciuto il suo impegno antimafia»

Negli anni era stata messa in discussione la pista mafiosa, la famiglia annuncia che si costituirà parte civile nel processo

«È una giornata importantissima perché viene riconosciuto l’impegno antimafia e viene irrobustita la matrice mafiosa dell’omicidio e che la circostanza dell’omicidio sia riconducibile all’impegno di mio padre». Per Giuseppe Geraci figlio di Mico, ucciso l’8 ottobre 1998 a Caccamo sono stati anni terribili. Anni in cui è stata messa in discussione più volte la matrice mafiosa del delitto fino ad oggi con l’ordine di custodia cautelare per due mafiosi.

«Sono avvocato e sto meditando la possibilità di seguire il processo da vicino. Ci costituiremo parte civile. Ma sono tutti aspetti che valuteremo con il nostro avvocato Armando Sorrentino. Comprenderete che sono momenti molto toccanti per noi. E’ una notizia davvero importante, per me per la mia famiglia - aggiunge Giuseppe Geraci - Dopo le la collaborazione di Nino Giuffré eravamo incagliati in tecnicismi processuali. Era solo una questione tecnica per la quale non si procedeva. Tanto più gravi sono i reati quanto più solido deve essere il materiale probatorio. Le dichiarazioni unilaterali se non sono suffragate da dichiarazioni convergenti lasciano il tempo che trovano. Fortunatamente queste dichiarazioni convergenti sono arrivate. Adesso siamo pronti per un processo».

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