Riaffiora qualche ricordo nella mente di Giovanni Barreca e punta il dito contro Massimo Carandente e Sabrina Fina, accusati di essere gli ispiratori e di avere partecipato assieme a lui alla strage di Altavilla Milicia. Al suo avvocato Giancarlo Barracato, che stamattina (28 febbraio) lo ha incontrato in carcere ai Pagliarelli, il muratore ha raccontato di non ricordare di avere usato violenza contro la sua famiglia scaricando sui due coniugi la responsabilità dei tre omicidi.
In alcune sue dichiarazioni avrebbe anche smontato la versione dei due «fratelli di Dio» che hanno sostenuto di essere innocenti e di non essere stati presenti all'interno della villetta quando si sarebbe compiuto il massacro di Antonella Salamone e dei figli Kevin e Emanuel di 16 e 5 anni. «È arrabbiato contro di loro – ha spiegato il difensore – soprattutto per il fatto che erano molto insistenti nei confronti della moglie e dei figli. Ci sono aspetti che dovranno essere approfonditi per fare estrema chiarezza su quanto è accaduto».
Barreca non sarebbe ancora del tutto lucido, anzi avrebbe continuato a ripetere i suoi deliri da fanatico religioso: «A sprazzi, nella sua memoria, stanno emergendo alcuni particolari importanti che mi ha riferito – ha sottolineato l'avvocato Barracato - ma questo non vuol dire che percepisca la realtà in modo normale. Nella sua mente, infatti, rimane sempre la convinzione che nella villetta c'era il demonio e che le sue azioni siano state dettate dalla volontà di liberare la sua famiglia dalla possessione».
Nella foto la villetta del massacro
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