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La mattanza di Altavilla Milicia, arrivano le salme di Kevin ed Emanuel: ci sarà un momento di preghiera

La camera ardente sarà allestita al plesso comunale Zucchetto e resterà aperta da mezzogiorno fino alle 20

Palermo Strage ad Altavilla Milicia, Giovanni Barreca uccide la moglie e due figli e si consegna ai Carabinieri .Ph.Alessandro Fucarini.

«Domattina (lunedì 19 febbraio, ndr) le salme di Kevin ed Emanuel faranno rientro ad Altavilla. La camera ardente sarà allestita presso il plesso comunale Zucchetto e resterà aperta da mezzogiorno circa fino alle 20. Alle 18 il nostro parroco, don Salvo Priola, presiederà un momento di preghiera e di commiato». Così il sindaco di Altavilla Milicia, Pino Virga, annuncia le modalità con cui si svolgerà l’ultimo saluto ad Antonella Salamone e ai figli Kevin ed Emanuel, vittime della mattanza della villetta degli orrori.

Un momento di raccoglimento neutro ed istituzionale, così come ha voluto il parroco del paese Salvo Priola in rispetto di tutte le fedi religiose in gioco. Lo stesso Priola, ieri, ha aperto ad un possibile incontro con la diciassettenne ora nel carcere minorile di Caltanissetta con l’accusa di plurimo omicidio aggravato in concorso: «Non so cosa potrei dirle - spiega - sarà l’eventuale momento a dettare le giuste parole, ma di sicuro c’è una comunità. E Dio, in quanto padre, si prende cura dei suoi figli. È sempre con noi, anche e soprattutto nei momenti in cui la vita presenta un conto troppo salato da pagare». La famiglia della vittima è storicamente di fede evangelista, ma dopo il fattaccio le tante comunità hanno fatto sapere attraverso vari comunicati di non conoscere Giovanni Barreca, la moglie e i figli. E ora, non è rimasto nessuno per celebrare l’ultimo saluto al piccolo Emanuel, alla madre Antonella e Kevin. Così, il sindaco Pino Virga e don Priola, si sono incaricati di rendere comunque omaggio ai corpi delle vittime.

Intanto, dal paese gruppi di ragazzi, molti dei quali compagni di scuola di Kevin, si recano ai piedi dell’abitazione Barreca. Un po’ per curiosità, un po’ per dare un ultimo saluto al ragazzo e alla sua famiglia, spezzata dalla tragedia. Davanti al cancello ci sono mazzi di fiori, bigliettini e un orsacchiotto, probabilmente indirizzato al piccolo Emanuel. «Conoscevo Kevin dalle scuole medie - racconta un quattordicenne - lo vedevo sempre sull’autobus per andare a scuola. L’ultima volta che l’ho visto è stata una settimana prima del fatto, poi sul mezzo non è più salito. Conosco anche la sua migliore amica - prosegue - è distrutta, so che non mangia da giorni, pensa a ciò che è successo. Un padre dovrebbe proteggerti - continua - non fare ciò che ha fatto».

Anche se a guidare gli esorcismi, secondo la procura di Termini Imerese, è stata la coppia di palermitani: lei, Sabrina Fina, lui, Massimo Carandente, avrebbero portato avanti la serie di rituali per circa un mese fino all’escalation, efferatissima, sfociata in torture con arnesi da camino, cavi elettrici, ferro da stiro e catene attorno al collo. Uno scenario che ha profondamente scosso i carabinieri e lo stesso procuratore Ambrogio Cartosio. Ma sono ancora tanti gli aspetti poco chiari della vicenda, a partire dall’effettivo ruolo della ragazza.

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