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La notte di terrore a Palermo, ecco la ricostruzione della sparatoria in via La Lumia

A fare fuoco, secondo gli inquirenti, è stato Marco Cucina di 30 anni. Ha prima esploso un colpo in via Quintino Sella, vicino al locale Bonsignore, poi altri 6 colpi nei pressi del locale Pitto

A sparare durante la violenta lite scoppiata la notte del 10 dicembre scorso, nel cuore della movida palermitana, sarebbe stato Marco Cucina (nella foto), 30 anni, pluripregiudicato, arrestato oggi per rissa aggravata e porto abusivo in pubblico di arma da fuoco illegalmente detenuta. Le immagini girate dalle videocamere di sorveglianza dei tanti locali della zona, un video postato sui social e le testimonianza di diversi commercianti attribuiscono a lui il ruolo principale nella vicenda che scosse la città. Un episodio allarmante a cui oggi sono seguite tre misure cautelari: il carcere per Cucina, e, rispettivamente, i domiciliari per Salvatore Emanuele, anche lui pregiudicato, e l’obbligo di dimora per Salvatore Miceli.

Secondo le indagini dei carabinieri, durante una rissa Cucina avrebbe sparato in aria, prima in via Quintino Sella, vicino al locale Bonsignore , poi avrebbe esploso 6 colpi in via Isidoro La Lumia, nei pressi del locale Pitto. A terra in via La Lumia i militari, avvertiti da una telefonata, hanno trovato quattro bossoli calibro 9 lager uguali a quello ritrovato in via Quintino Sella, dove c’erano anche tracce di sangue appartenenti, secondo gli investigatori, a Salvatore Emanuele, coinvolto nella lite insieme a Miceli.

Gli inquirenti hanno scoperto per primo il ruolo di Cucina, poi sono risaliti agli altri due accertando che erano soliti incontrarsi in un bar dello Sperone. Il 13 dicembre scorso, durante un controllo, Cucina temendo di essere stato scoperto, alla vista dei carabinieri era scappato. Venne rintracciato a casa dove subì una perquisizione. In quell’occasione Emanuele, all’epoca non identificato come uno dei partecipanti alla rissa, fece resistenza e venne arrestato per poi essere liberato poco dopo. Con i due c’era Miceli con evidenti ferite al volto. Gli esiti delle perquisizioni e gli altri elementi hanno ora consentito ai militari di chiudere il cerchio sull’episodio.

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