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Strage del rapido 904, si indaga a Firenze sui legami tra Pippo Calò, i servizi segreti e l'estrema destra

La nuova inchiesta vuole accertare chi abbia fornito l’esplosivo utilizzato, del tipo semtex, impiegato anche il via D'Amelio a Palermo

La nuova inchiesta sulla strage del rapido 904 punta ad accertare, secondo quanto emerso, l’eventuale esistenza di un’area che legherebbe Pippo Calò, tra i condannati in via definitiva per l’attentato del 23 dicembre 1984, all’estrema destra e ad esponenti dei servizi segreti.

In particolare, se nella fase ideativa e deliberativa dell’attentato vi siano state aderenze di ulteriori esponenti della destra eversiva (in aggiunta alle figure già emerse in precedenti processi ed indagini) e di appartenenti ai servizi segreti dell’epoca.

Poi, si vuole accertare chi abbia fornito l’esplosivo utilizzato, del tipo semtex. In particolare il semtex è stato impiegato nella strage del 904 ma successivamente, a Firenze, anche negli attentati del 5 novembre 1987 in via Toscanini e poi il 13 agosto 1985 all’ufficio postale in via Carlo D’Angiò. Analoga tipologia di esplosivo è stata trovata nella villa di Rieti in cui viveva Pippo Calò dopo la strage del 904 e, nel 1996, in un deposito a San Giuseppe Jato, nel Palermitano. È poi provato che il simtex fu utilizzato nella sola strage di via D’Amelio.

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