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La mafia dell'acqua a Carini e la paura di essere arrestati: «Non mi devono fare più dormire»

Le intercettazioni dell'operazione dei carabinieri. La preoccupazione di uno degli indagati

All'interno della famiglia di Carini c'era tanta inquietudine. Troppi arresti, troppi movimenti strani, la preoccupazione che saliva. Tanto da pensare ad una fuga, ad una latitanza, prima in un coinvolgimento. Arrivato come da loro temuto. Un nervosismo che si intravede benissimo dalle intercettazioni dell'operazione dei carabinieri odierna, che ha portato all'arresto di quattro persone a ai domiciliari un'altra, nell'ambito dell'inchiesta sulla mafia dell'acqua. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni aggravate commesse avvalendosi del metodo mafioso e reati in materia di armi.

Emblematiche sotto questo punto di vista sono le intercettazione di Salvatore Vallelunga, uno degli indagati, dopo la cattura di alcuni sodali del mandamento mafioso di Resuttana, da lui conosciuti, e rifletteva su come poter fuggire nel caso anche lui, un domani, sarebbe stato coinvolto in inchieste di questo tipo. Vallelunga addirittura aveva parlato di una possibile fuga con il padre.

«Hanno arrestato a tutti quelli di là, ora cominciano pure qua, ci faranno fotografie, con quello mi ci sono visto sabato mattina, questi non mi devono fare dormire più - si legge nell'intercettazione di Vallelunga -. Capace che vengono stasera. Io alle 4 mi sveglio e me ne vado, perché questi vengono alla cinque meno dieci. Diciotto arresti, l'hai visto? Domani mi vado a comprare il Giornale di Sicilia e vedo se c'è lui... Il sabato glielo avevo detto, qua non venirci più che c'è confusione. Mercoledì doveva esserci quello. Mio padre mi ha detto vattene a Favignana, una settimana...»

 

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