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Filippo Guttadauro dovrà rimanere ancora al 41 bis, respinto il ricorso di revoca

Il no arriva dalla Cassazione: per i giudici è ancora un pericolo sociale

Filippo Guttadauro, cognato di Messina Denaro e ai vertici del mandamento mafioso di Castelvetrano

Filippo Guttadauro, 72 anni di Bagheria, dovrà rimanere al 41 bis. Guttadauro rappresenta ancora un pericolo sociale e per questo deve rimanere internato nella casa di lavoro di Tolmezzo, che si trova all'interno del carcere di massima sicurezza. La prima sezione della Cassazione ha respinto la richiesta di revocare il regime del 41 bis e questo sebbene Guttadauro abbia otto anni fa espiato la sua condanna. La decisione della Cassazione, rigetta di fatto il ricorso presentato dal legale di Guttadauro, rappresentato dalla figlia Lorenza, contro l'ordinanza del tribunale di sorveglianza di Trieste del 24 maggio 2022, che il 16 gennaio dell'anno scorso aveva prorogato il regime del 41 bis per altri tre anni.

Praticamente il collegio ha confermato la valutazione della persistente pericolosità sociale di Guttadauro, solidale alla famiglia di Castelvetrano fin dagli anni '80 e stretto collaboratore di Matteo Messina Denaro, di cui ha sposato una delle sorelle, Rosalia, arrestata a marzo dello scorso anno, indagata per associazione di stampo mafioso. Per la Procura era lei che gestiva la rete dei pizzini e la cassa. Considerata la custode dei segreti di Matteo Messina Denaro, Rosalia gestiva entrate e uscite finanziarie dell'ex boss che le chiedeva rendicontazioni periodiche. Il marito Filippo, arrestato nel 2006 era il portavoce di Messina Denaro. A lui spettava anche il compito di mantenere i collegamenti tra il capomafia trapanese e Bernardo Provenzano.

La Cassazione ha rilevato che, sebbene alcuni elementi favorevoli come la disponibilità di Guttadauro a cooperare con le istituzioni e l'espletamento di lavoro inframurario, il rischio di ripresa dei contatti con l'associazione mafiosa di riferimento è preponderante. Quindi ha evidenziato il pericolo di comunicazioni con terze persone, minacciando l'efficacia delle indagini e la possibilità di reiterare il reato.

La difesa di Guttadauro dal canto suo ha contestato «la mancanza di elementi concreti ed attuali di pericolosità, sottolineando che la proroga del 41 bis si basava su presunzioni correlate alla condanna, al titolo di reato e ai legami di parentela». La Cassazione ha giudicato infondato il ricorso, sostenendo che «la decisione del tribunale di Sorveglianza è stata basata su indici previsti dal codice penale e sulla mancata presa di distanza di Guttadauro dalle gravi condanne riportate”. Concludendo che “la prognosi negativa è correttamente legata al pericolo di ripresa dei rapporti con esponenti di Cosa Nostra, e ha escluso la possibilità di sostituire la misura di sicurezza con la libertà vigilata».

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