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L'ultimo saluto ad Aron, il cane bruciato vivo a Palermo: «Scusaci per tutto il male che hai subito»

È morto dopo tre giorni di terribile agonia: aveva riportato ustioni sull'ottanta per cento del corpo e aveva un blocco renale

È il giorno dell'addio ad Aron, il pitbull bruciato vivo dal suo padrone in via delle Croci a Palermo. La Lav, che si è occupata del cane durante i giorni critici del ricovero in una clinica veterinaria, ha condiviso sui social un post pieno di dolore.

«Abbiamo ricevuto dalla Procura l'autorizzazione per occuparci del corpo di Aron - scrive l'associazione -. Oggi lo abbiamo salutato per l'ultima volta e gli abbiamo chiesto scusa. Scusa per tutto il male subito dalla crudeltà umana. Scusa perché ancora le pene nei casi di maltrattamento, soprattutto per gesti efferati come quello che ha subito, sono ancora inadeguate. Scusa perché ci sono umani che ancora non riconoscono l'Altro, non riconoscono agli altri animali il diritto alla vita. Tutti nasciamo col desiderio di stare bene, di essere felici e di essere amati. Scusa Aron, perché hai conosciuto troppo tardi l'amore nei tuoi confronti. Non possiamo far altro che continuare a combattere l'ignoranza e a dialogare con le istituzioni per liberarci da tutte le forme di maltrattamento. Ciao Aron».

Il cane è morto dopo tre giorni di terribile agonia: aveva riportato ustioni sull'ottanta per cento del corpo e aveva un blocco renale. Ha lottato fino all'ultimo, con i volontari e i medici che si sono presi cura di lui aggiornando tutti costantemente sui social. Il suo padrone, un uomo di 46 anni palermitano, senza fissa dimora, è stato denunciato ed è indagato dalla procura. Il caso di Aron arriva dopo altri casi simili e ha dato il via a un movimento di animalisti, ambientalisti e liberi cittadini che chiedono un aggravamento delle norme per punire crudeltà come queste. Una delle petizioni lanciate ha superato le quarantacinque mila firme.

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