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Il delitto davanti alla discoteca di Balestrate, l'Ordine degli avvocati contesta la mamma della vittima

Solidarietà a Bartolomeo Parrino, legale del giovane indagato. Il Consiglio forense parla di intimidazione e si rammarica del fatto che «le autorità presenti alla manifestazione» non abbiano preso le distanze

La mamma di Francesco Bacchi, Daniela Vicari, parla durante la fiaccolata a Partinico

Il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Palermo ha espresso solidarietà al collega Bartolomeo Parrino, bersaglio di un attacco da parte della madre del diciannovenne Francesco Bacchi, ucciso davanti a una discoteca di Balestrate nella notte tra sabato 13 e domenica 14 gennaio. Parrino è il legale di Andrea Cangemi, l’assassino reo confesso di Bacchi, del quale è quasi coetaneo. Il ventenne ha ottenuto gli arresti domiciliari dopo le ammissioni rese ai magistrati.

L’Ordine forense, «senza entrare nel merito dello svolgimento delle indagini e delle responsabilità penali che verranno accertate, pur comprendendo il dolore di una madre per la prematura e violenta scomparsa del figlio», stigmatizza la «pesante aggressione verbale nei confronti dell’avvocato Parrino». L’Ordine «respinge e condanna tutte le forme di intimidazione nei confronti del ministero difensivo di ogni avvocato» e si rammarica del fatto che «le autorità presenti alla manifestazione» non abbiano preso le distanze.

Il riferimento è alla fiaccolata del 19 sera a Partinico, il paese di entrambi i ragazzi, la vittima e l'indagato. L’emblema di questa intesa giornata è stato sicuramente l’intervento che ha voluto fare la mamma di Francesco sul palco allestito in piazza Duomo: «La morte deve essere un evento naturale - aveva detto fra le altre cose Daniela Vicari, mamma di Francesco Bacchi -, nessuno può togliere la vita. Questo non lo posso accettare perché mio figlio è stato cresciuto con dei sani valori. Vergogna a chi sta ricostruendo quella terribile notte dicendo che mio figlio avrebbe aggredito per prima. Lui era intervenuto per sedare una lite».

Al centro delle polemiche non c’è solo la ricostruzione di quanto avvenuto davanti alla discoteca, ma anche la decisione di consentire i funerali solo in forma privata. «Non può passare il messaggio - aveva detto a caldo l’avvocato Cinzia Pecoraro, che difende la famiglia della vittima - che Francesco Bacchi fosse un mafioso. Un ragazzo poco più che adolescente buono gentile ed educato ucciso barbaramente non merita un trattamento simile da uno Stato che lo doveva tutelare. Ho impugnato questo provvedimento per ridare un minimo di giustizia ad una vicenda che fin ora non ne ha trovata. Francesco è morto da eroe per difendere dalla barbarie un amico», dice l’avvocato Pecoraro. «Sono in continuo contatto con la Procura - aveva aggiunto - e collaboriamo con gli inquirenti per giungere al più presto alla verità».

L’avvocato Pecoraro ha poi annunciato anche un ricorso al Tar della madre contro il divieto dei funerali pubblici e gli amici della vittima hanno scritto una lettera aperta per contestare la decisione che aveva impedito loro di partecipare alla funzione.

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