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Le buche-killer di Palermo, riparazioni con il contagocce. Il Comune: «Da smaltire decenni di arretrati»

L'incidente mortale di via Lanza di Scalea ha riportato alla luce l'emergenza strade. I prossimi lavori in via Wagner e in via Libertà

Il tratto distrada che precedeil luogo della caduta di Filippo La Barbera, in via Lanza di Scalea: secondo alcuni testimoni il motociclista avrebbe perso lì il controllo del suo Beverly

L'incidente di venerdì notte in via Lanza di Scalea, a Palermo, ripropone l'urgenza di risolvere il problema delle buche in città. Non ci sono ancora certezze, ad ogni modo, ma non è escluso che la vittima dell'incidente, Filippo La Barbera di 43 anni, abbia perso il controllo del suo scooter, un Piaggio Beverly, a causa di una buca sull’asfalto, come hanno segnalato alcuni testimoni. Di sicuro, la strada dove è avvenuto il sinistro fatale, a pochi passi da un supermercato, presenta più di un avvallamento pericoloso per chi viaggia non solo su due ruote.

Il pronto intervento per tappare buche pericolose è speso lasciato alla buona volontà dei cittadini, che possono fare una foto e segnalare le potenziali trappole al Comune. O anche al consigliere che si conosce, alla Circoscrizione di appartenenza, alla polizia municipale. Insomma, è un po’ come la lotteria: se sei munito di volontà di ferro e sei fortunato, l’impresa privata inserita negli appalti dell’accordo quadro sulle manutenzioni stradali arriva e mette una toppa. Un monitoraggio a tappeto su tutte le arterie cittadine ammalorate ancora non esiste, così la riparazione è affidata sostanzialmente al caso.

Le segnalazioni sono innumerevoli. Da via Crispi, zona terremotata dal passaggio dei Tir e delle auto a flusso quasi continuo, alla periferia, è una spianata di avvallamenti e voragini in attesa di cura. Ostacoli che non sempre sono facilmente visibili. Soprattutto con il buio e in tratti poco illuminati. Ma tant’è, perché al momento il Comune fa solo lo stretto indispensabile. Poche risorse per un altro dossier infinito e doloroso che riguarda la mancata manutenzione decennale di vie e marciapiedi, ereditato dalle precedenti amministrazioni come quello del cimitero dei Rotoli, dove si è trovata invece la soluzione. Dare posto ai 1.300 morti insepolti è stato ad oggi più facile che spargere materiali sull’asfalto colabrodo.

Intanto, mercoledì prossimo (10 gennaio) partiranno i lavori di rifacimento dell’asfalto in via Wagner-Villaermosa, la settimana successiva ditte al lavoro sui marciapiedi di via Libertà, nel tratto che va da piazza Vittorio Veneto a via Notarbartolo. A fine mese, poi, operai impegnati nelle vie Pignatelli Aragona, Costantino Nigra e Salinas. A febbraio i mezzi entreranno in azione in via Castelforte.

L’assessore comunale ai Lavori pubblici, Totò Orlando allarga le braccia: «Lo stato disastroso della viabilità è sotto gli occhi di tutti - dice - ma ci siamo ritrovati a dover smaltire decenni di arretrati, anni in cui la manutenzione è stata inesistente». E una responsabilità indiretta sul peggioramento della situazione l’avrebbero anche le imprese private e le stesse partecipate che eseguono scavi per lavori (dal metano, alla fibra ottica, alla fognatura) e che devono poi ripristinare lo stato dei luoghi. Cosa che dal 2012, dopo l’abolizione dell’ufficio che ne monitorava l’azione, avviene senza alcun controllo da parte dell’ente. Tanto che adesso, entro fine gennaio, sarà emessa un'ordinanza che detterà nuove regole per chi esegue lavori sulle strade cittadine.

Gli interventi sono stati al centro delle audizioni di Orlando in Seconda commissione. Per il presidente, Antonio Rini «la nuova amministrazione ha dato risposte attese da troppo tempo grazie all’approvazione celere del piano triennale e con i bilanci». «Chiediamo da tempo un cronoprogramma scritto sugli interventi - dice invece Giulia Argiroffi - per capire come si decide a quali vie dare la priorità». Per Leopoldo Piampiano «bisogna perfezionare la rete di segnalazioni che valuti le emergenze, altrimenti non si potranno evitare danni ai cittadini e contenziosi che il Comune perde sistematicamente. Non è un sistema virtuoso, quello che mette in pericolo l’incolumità pubblica e porta l'amministrazione a soccombere. Le partecipate devono svolgere anche questi compiti, gli errori del passato non possono essere nuovamente commessi. Dobbiamo garantire servizi ed efficienza, e per questo servono milioni di euro che mancano. Con il prossimo bilancio di previsione dovremmo trovarli».

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