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Palermo, autista della Regione sospeso perché avrebbe picchiato un dirigente: sanzione annullata, «non c'è la prova»

A Girolamo Taormina dovranno essere restituite le tre mensilità tolte. Il giudice rileva che «il fatto di avere cagionato lesioni personali al superiore Mario La Rocca si fonda unicamente sulla relazione da questi trasmessa»

Il giudice del Lavoro di Palermo Paola Marino ha annullato la sanzione disciplinare della sospensione dal lavoro per tre mesi nei confronti di Girolamo Taormina, autista dipendente regionale, che il 28 ottobre dello scorso anno avrebbe avuto una discussione con l’ingegnere Mario La Rocca, dirigente generale del dipartimento per la pianificazione strategica. Quest’ultimo era finito in ospedale con una prognosi di sette giorni. Per questo motivo, in base ad una relazione del dirigente, l’autista aveva subito la sanzione disciplinare. Provvedimento che il dipendente regionale, assistito dall’avvocato Mario Mangiapane, ha impugnato.

Secondo il giudice del lavoro «il fatto di avere cagionato lesioni personali al superiore Mario La Rocca picchiandolo - si legge nella sentenza - si fonda unicamente sulla relazione da questi trasmessa al dirigente generale del dipartimento, prodotta in atti e inclusa nella contestazione, senza che nel presente giudizio sia neppure stata richiesta la prova testimoniale del medesimo; gli altri elementi che risultano essere alla base del provvedimento disciplinare consistono in dichiarazioni rese in sede di procedimento disciplinare da soggetti dichiaratamente non presenti al momento dei fatti, la cui testimonianza, in ogni caso, neppure è stata richiesta in giudizio da parte dell’amministrazione».

Secondo il giudice, è l’amministrazione che deve provare i fatti contestati e se c’è un difetto di prova la sanzione disciplinare non può che essere ritenuta illegittima ed annullata, con conseguente eliminazione di ogni suo effetto. Al dipendente saranno restituite le tre mensilità tolte.

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