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Il B&B svaligiato nel centro storico di Palermo, il titolare: «Più che un furto è stato un trasloco e nessuno ha visto niente»

Emiliano Nania, titolare del B&B La Terrazza Sul Centro: «Io e i miei colleghi siamo distrutti, si verificano decine di episodi al giorno e non ci sono controlli»

«Non si è mai avuta una tale percezione di insicurezza nel centro storico come in quest’ultimo anno e mezzo». Lo sfogo arriva da Emiliano Nania, titolare del B&B La Terrazza Sul Centro, svaligiato a Palermo. Un furto che ha dell’incredibile per le modalità: un vero e proprio trasloco, «senza che nessuno abbia visto o sentito nulla - attacca il titolare - e questo la dice lunga anche sul quello che è il controllo del territorio. Stiamo ore e ore senza volanti: nel mio caso la struttura si trova proprio all’incrocio tra la via Maqueda e via dell’Università, proprio dove a pochi passi si trovano il dipartimento di Giurisprudenza e il municipio. Nel mio caso si sono arrampicati sfruttando il tubo dell’acqua, salendo tre piani. Hanno portato via una macchina del caffè professionale dal peso di circa 50 chili, dunque avranno utilizzato per forza un macchinario o qualche altro strumento. E nessuno li ha visti, hanno agito indisturbati».

Imprenditori e residenti della zona, come più volte hanno denunciato, sono allo stremo: non passa giorno senza furti, rapine, aggressioni. E molto spesso tutto è per pochi euro, per una dose da andare a compare nella vicina Ballarò, ormai in mano a spacciatori e crack. «C’è tutto - prosegue Nania - dai micro furti ai colpi più grossi nei ristoranti o nelle strutture ricettive. Dagli scippi a palermitani e turisti a finestrini della automobili spaccati nella speranza di scovare pochi spicci. E poi risse, violenza: siamo di fronte a una criminalità disorganizzata. E le telecamere non sono più un deterrente».

Quella video sorveglianza a cui si cerca di ricorrere sempre di più, infatti, sembra non giocare più un ruolo così importante. «Essere ripresi non ha più importanza - prosegue il titolare del B&B - perché la pena non è più un danno. Non è questione di pena certa o meno: è lieve. Chi compie queste azioni sa che dopo poco tempo potrà tornare in gioco. Adesso si parla anche dello strumento del daspo urbano, ma come lo controllano? E dopo che si viene estromessi da una determinata zona o area, si può andare a far danno altrove. Sono misure che non incutono timore: la maggior parte sono tossicodipendenti, che hanno bisogno della dose, compiono il furto, rivendono la merce e il gioco è fatto. Siamo diventati un bancomat».

Nania, oltre che titolare della struttura, è anche presidente di una associazione, Extralberga Palermo, che riunisce circa 200 strutture ricettive del territorio della città vecchia. «Siamo distrutti - racconta - subiamo decine di episodi ogni giorno. Quante volte io stesso, o altri colleghi, siamo stati costretti ad accompagnare i nostri clienti a fare denuncia per scippi, furti, rapine… e una volta arrivati in commissariato ci si ritrovava con altri imprenditori o residenti li tutti per lo stesso motivo. E i numeri degli episodi di violenza sono falsati. Sapete quanti hanno smesso di andare a denunciare? Intere giornate in fila, merce che difficilmente viene ritrovata. Ormai si prende atto e si corre ai ripari, che solitamente hanno un conto di centinaia e centinaia di euro».

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