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Droga e vip a Palermo, in libertà lo chef Di Ferro: a gennaio l'udienza preliminare

Ha confessato di avere ceduto la droga, ma ha sempre negato di essere uno spacciatore

Mario Di Ferro

Il giudice del tribunale di Palermo ha rimesso in libertà lo chef Mario Di Ferro (nella foto), accusato di spaccio di cocaina, accogliendo l’istanza dell’avvocato Claudio Gallina Montana. Il giudice gli ha imposto l’obbligo di dimora. A gennaio è prevista l’udienza preliminare dopo che la procura ha chiesto il rinvio a giudizio.

Allo chef sono contestate ventinove cessioni di cocaina che aveva ricevuto dai fratelli Salvatore e Gioacchino Salamone, i due sono in carcere. Chiesto il rinvio a giudizio anche per tre ex dipendenti del ristorante Villa Zito di via Libertà, gestito da Di Ferro: Gaetano Di Vara, Giuseppe Menga e Pietro Accetta.

Lo chef ha confessato di avere ceduto la droga, ma ha sempre negato di essere uno spacciatore. Spiegò di avere fatto un favore ad alcuni amici, mai in cambio di soldi. Fra questi, il deputato regionale Gianfranco Miccichè.

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