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Palermo, le notti brave piaga dell’Olivella: i residenti si riuniscono in un comitato

«Non siamo contro la città viva, che a noi piace. Il punto è che non si può vivere in un luogo senza controlli», dice chi è stanca di schiamazzi, risse, vandali, ubriaconi e rapine

Esasperazione forse non è la parola giusta per fotografare lo stato d’animo dei residenti dell’Olivella, di via Roma e di quelle zone di Palermo in cui la movida - nella sua accezione insolente, burrascosa e violenta - alligna e non dà tregua. Più che altro coltivano insieme indignazione, collera, sdegno per il fatto di sentirsi cittadini senza tutele. In ogni zona in cui sono presenti locali, il refrain è sempre lo stesso. La scorsa settimana la rissa e le pistolettate di via La Lumia, questa settimana è dominata dalle vetrine spaccate (una di queste alla Rinascente, che non si trova proprio in una zona nascosta e riparata). Ma quando finirà tutto questo disastro che consegna agli occhi di tutti - turisti compresi - una città completamente in balìa di vandali, banditelli, delinquenti, bulli, piantagrane, teppisti, tossicodipendenti, spacciatori senza ritegno?

Chi vive grosso modo attorno alle poste centrali, si trova a fare i conti con molte criticità a fronte delle quali le lamentele rimangono spesso inascoltate. «Per questo abbiamo creato il comitato di quartiere Monteleone-Olivella, che fa riferimento proprio alle strade coinvolte più pesantemente dalle serate moleste - spiega Ivana Scavo, una delle animatrici dell’organizzazione -. Ci hanno addirittura consigliato di organizzarci perché la voce del singolo cittadino non vale nulla, non viene nemmeno preso in considerazione». La signora Scavo elenca una sequela di questioni, tutte rilevanti, fino a ora rimaste lettera morta. «Vorrei precisare che non ci muove un sentimento contro la città viva che a noi piace. Il punto è che non si può vivere in un luogo senza controlli. Come si fa, ad esempio a mantenere il doppio senso di circolazione in via Epicarmo (la stradina di fianco alle poste centrali, ndr) e via Monteleone? A quasi ogni ora del giorno si trasforma in un caos inestricabile aggravato dal fatto che lì vi transitano i mezzi delle poste, i furgoni dei negozi, tutte le macchine che vogliono eludere la Ztl, visto che lì non sono state installate telecamere». Poi c’è l’aspetto legato alla sicurezza: «Borseggi, scippi, rapine, risse, litigi, pestaggi, furti - conclude la signora - sono all’ordine del giorno. Molto spesso la polizia viene nei condomini a chiedere le immagini delle telecamere a circuito chiuso per svolgere le indagini su qualche caso».

Insomma, chi vive i problemi del centro ha una lamentale che fa da fil rouge la sensazione di insicurezza, la mancanza di controlli ripetuti, l’assenza di divise. «Guardi - insiste un altro componente del Comitato, Luca Di Giovanni - c’è il muretto dietro le poste diventato un bivacco per ubriachi, drogati, spacciatori. La sera accendono le casse ad alto volume e stanno così a divertirsi a modo loro sino a tarda notte, incuranti del fastidio che provocano tutt’attorno».

I fenomeni di malamovida, si badi, danneggiano anche i titolari dei locali. Benché spesso le critiche riguardano anche loro, perché tengono il volume della musica molto alto anche a notte inoltrata. Ma, osservano i vertici di Confesercenti, ad esempio, che i casi di violenza notturna non sono solo conseguenza degli eccessi di alcol o dell’uso di stupefacenti, «ma rappresentano anche l’indicatore dello stato di crisi economica e di tensione in cui versa la città - ragiona Giovanni Felice -. La crescita di furti, scippi e rapine sono una testimonianza della crisi che stiamo attraversando». Da luglio circa 12.000 famiglie hanno perso il reddito di cittadinanza, «questo significa - continua il presidente di Confimprese - che negli ultimi 5 mesi in città mancano, rispetto all’anno scorso, 35 milioni di euro di liquidità, tutte somme che sarebbero state messe in circolazione viste le necessità ed il basso reddito dei percettori di tale beneficio» Ed è per questo che l’organizzazione chiede al sindaco, Roberto Lagalla, la costituzione di una Consulta per lo Sviluppo in cui siedano sindacati, rappresentanti del Consiglio comunale e della giunta, associazioni di categoria che individui i temi da affrontare per mitigare i rischi che provengono da questa situazione».

Intanto, al di là dell’ordinanza che vieta monopattini e bici nel centro pedonalizzato, c’è chi organizza un rudimentale ma efficace sistema di controllo. «Se vediamo entrare qualche ladro di vecchia conoscenza - spiega Giovanna Analdi, presidente dell’associazione Cassaro alto - nella chat dei commercianti della zona lanciamo un avviso di attenzione».

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