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Omicidio Siragusa, la madre di Roberta: «Finalmente giustizia è stata fatta»

«Non è stato facile accettarlo, ma dovevamo combattere per te e per tutte le donne come te»

Roberta Siragusa

Commuovono le parole di Iana Brancato, la mamma di Roberta Siragusa, dopo la conferma dell'ergastolo di Pietro Morreale.

«Sai Ró anche da lontano stasera voglio parlare un pò' con te - scrive la madre della ragazza uccisa dall'ex fidanzato - tanto lo so che mi ascolti. Quel 24 gennaio, quando trovai il tuo lettino vuoto mi sentii crollare il mondo addosso. Poche ore dopo quando venne fuori la tua verità per me papà e Dario iniziò il calvario, il nostro ergastolo. Volevamo giustizia per te. Non è stato facile accettarlo, ma dovevamo combattere per te e per tutte le donne come te. Oggi, grazie ai carabinieri, all'autopsia, ai Ris siamo arrivati alla verità e alla giustizia anche se nessuna pena può farti ritornare a casa».

«Oggi i femminicidi non si possono più contare - continua Iana Brancato - Ergastolo: solo così possiamo combattere un fatto inaccettabile e sconvolgente. L’amore non è possesso. L’amore non è violenza. L'amore non uccide. L’amore non umilia. L’amore non ti tappa la bocca come ha fatto Pietro Morreale. Basta famiglie all’ergastolo per un povero uomo che uomo non è. Bastava solo che lui quella maledetta sera ti riaccompagnasse a casa sana e vegeta. Ognuno per la sua via. Oggi saremmo tutti più sereni e felici. Mi manchi Rò».

Anche gli avvocati che assistono la famiglia di Roberta Siragusa, Sergio Burgio , Giovanni Castronovo, Giuseppe Canzone e Simona Lo Verde commentano la sentenza della Corte d’Assise d’appello. «È una sentenza che umanamente ci rende tristi, poiché siamo consapevoli del fatto che questa triste vicenda ha sconvolto la vita di due famiglie - dicono i legali -. Sotto un profilo squisitamente giuridico siamo, invece, soddisfatti per il fatto che la Corte di Assise d’appello ha valutato positivamente il grande lavoro svolto dalla procura di Termini Imerese, in sinergia con il collegio difensivo di parte civile, ritenendo che il corredo probatorio acquisito in atti abbia dimostrato, al di là di ogni ragionevole dubbio, che Pietro Morreale è certamente il responsabile dell’omicidio della povera Roberta Siragusa».

Secondo la sentenza d’appello ad ucciderla e darle fuoco è stato il fidanzato Pietro Morreale, 21 anni, condannato all’ergastolo anche in appello. «A nostro sommesso avviso - aggiungono i legali delle parti civili - è una sentenza di giustizia, che ha fornito una risposta chiara e convincente ai familiari della ragazza uccisa, che avevano il diritto di sapere come è perché è morta la loro tanto amata Roberta».

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