La sentenza condivide l’ipotesi della procura e condanna a 4 anni e 4 mesi Serafina Nuccio, 41 anni, per omicidio stradale, con l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e la revoca della patente: fu l’imputata a travolgere e uccidere, in via Roma, a Palermo, a bordo di una Fiat 600 il ventinovenne Manfredi Saja, che si trovava in sella ad una motocicletta - una Triumph - come passeggero di un amico, Federico Bardi, rimasto ferito.
La sentenza, emessa in rito abbreviato e dunque ridotta di un terzo, è stata emessa dal giudice per l’udienza preliminare Ermelinda Marfia, che ha inoltre riconosciuto una somma di denaro di diecimila euro ciascuno per i familiari delle vittime che si sono costituiti parte civile, come anticipo sull’importo integrale che verrà stabilito in sede civile.
Il legale dell’imputata, Mariangela Cicero, nel riservarsi la lettura delle motivazioni, ha fatto sapere che «dal tenore della pena inflitta, il tribunale non abbia affatto valorizzato elementi probatori di sicura rilevanza ai fini della invocata attenuante speciale. Numerosi e assai gravi elementi di colpa - ha proseguito Cicero - sono stati evidenziati dalla difesa nel contegno di guida del centauro. Primo fra tutti, la positività all’alcol test e a sostanze psicotrope. Così come pure l’assenza di casco del giovane, poi deceduto. Tanto già da solo avrebbe dovuto comunque influire sulla dosimetria della pena, che di fatto non può che apparire assolutamente inclemente per la mia assistita. L’auspicio è che sia il giudizio d’appello a chiarire i veri contorni di questa drammatica vicenda, quantomeno ai fini dell’invocata attenuante». Insomma, si preannuncia battaglia in secondo grado.
Il fatto risale alla notte del 12 settembre 2020. Entrambi i mezzi stavano percorrendo la via Roma in opposte direzioni di marcia: Serafina Nuccio, all’epoca dei fatti trentottenne, a bordo della Seicento, era diretta verso piazza Don Luigi Sturzo; Manfredi Saja, che da lì a qualche mese si sarebbe laureato in Medicina, e l’amico Federico, in sella alla motocicletta, procedevano in direzione della stazione centrale. Lo scontro è avvenuto intorno all’1,20 all’incrocio con corso Vittorio Emanuele. La macchina dell’imputata ha invaso la corsia opposta per svoltare, scontrandosi frontalmente con la Triumph. L’impatto è stato subito fatale per Saja, rendendo inutili i soccorsi.
Come già ricordato, il ragazzo avrebbe conseguito la laurea in Medicina e chirurgia dopo qualche mese dalla tragedia. Mancava solo la discussione. Il sogno era la specializzazione in Gastroenterologia. A seguito del fatale incidente, l’Università ha deciso di conferirgli onorificenza di benemerito dell’Ateneo.
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