Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

L'omicidio del cameriere, il tunisino fermato non risponde al gip: «Non l’ho ucciso io, ho detto tutto al pm»

Il giudice si riserva la decisione sulla convalida della misura adottata dalla procura

Davanti al giudice per le indagini preliminari si è avvalso della facoltà di non rispondere Alì Elabed Baguera, il cameriere tunisino di 32 anni accusato di avere ucciso Badr Boudjemai in via Roma, a Palermo. L'omicidio è stato commesso la notte fra venerdì e sabato scorsi. Baguera ha detto di confermare quanto già riferito al pm, ovvero di essere estraneo all'omicidio. La versione del tunisino, assistito dall'avvocato Salvino Caputo, è che la sera del delitto dopo il lavoro è andato a casa nel rispetto degli obblighi cui è vincolato dopo avere ottenuto la messa in prova per buona condotta. Baguera infatti ha sul capo una condanna per una rivolta nel centro d'accoglienza di Lampedusa, dove è sbarcato su un barcone.

La procura conferma le accuse, che si basano principalmente sulle immagini della videosorveglianza. Il tunisino non è mai ripreso in volto, ma la postura e altri elementi fanno dire agli inquirenti che sia proprio lui l'assassino. Baguera era spesso in contrasto con Boudjemai, da tutti chiamato Samir. Entrambi svolgevano il lavoro di cameriere e «buttadentro» in due locali contigui della via Emerico Amari, Appetì (Boudjemai) e Al Magnum (Baguera). Ma nell'interrogatorio al pm il cameriere tunisino ha detto che non si sarebbe mai rovinato la vita per qualche cliente in più, con riferimento al motivo del contrato fra i due, accaparrarsi i turisti provenienti dalle navi da crociera, che salendo dal porto passano numerosi da quella strada. Erano il business principale sul quale puntavano i due buttadentro rivali.

Le perquisizioni effettuate dai carabinieri finora non hanno dato esito positivo: a casa di Baguera non sono stati trovati né la pistola né gli indumenti compatibili con quelli che si vedono nelle immagini della videosorveglianza, che ha immortalato il momento dell'uccisione. Il cameriere algerino è stato ucciso con due colpi di pistola alla schiena e uno in testa, esplosi con ogni probabilità da un revolver, dato che a terra non sono stati trovati bossoli. Il gip si è riservato di decidere sulla convalida del fermo di Alì Elabed Baguera.

Caricamento commenti

Commenta la notizia