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L'omicidio del cameriere a Palermo, l'avvocato del sospettato: «Era in casa, c'è chi può testimoniarlo»

Intanto il fermato, Aly Elabed Baguera, non ha risposto alle domande del gip

Aly Elabed Baguera si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il cameriere tunisino di 32 anni, che in base alla prima ricostruzione degli investigatori avrebbe sparato e ucciso lo scorso sabato notte il collega Badr Boudjemai, algerino di 42 anni, non ha risposto alle domande del gip Angela Lo Piparo.

Intanto l'avvocato di Baguera, Salvino Caputo, respinge con forza le tesi della procura e spiega come «l'accusa abbia presentato una serie di videogrammi estrapolati da 3-4 telecamere nella zona tra la via Emerico Amari e la via Roma che riprendono un soggetto con un giubbotto di fattura comunissima e non registrano il volto nel momento in cui viene commesso il delitto».

L’avvocato sottolinea inoltre che né il giubbotto né la pistola - un revolver secondo gli inquirenti - non siano stati ancora ritrovati, «così come hanno avuto esito negativo le perquisizioni - prosegue il legale del tunisino - e diversi testimoni hanno confermato che lui al momento dell’omicidio si trovasse nella propria abitazione». Il difensore ha inoltre affermato che si avvarrà di consulenze tecniche di parte per analizzare i filmati.

Adesso, si attende la decisione del gip circa la convalida del fermo. Secondo l’accusa, nei video estrapolati dalle telecamere di video sorveglianza consegnati oggi alla difesa, si vedrebbe il trentaduenne seguire Badr nel tragitto dal luogo di lavoro alla propria abitazione e freddarlo in via Roma all’altezza dell’edificio delle poste centrali, dove negli istanti successivi, intorno all’1, è stato trovato il corpo da due turiste canadesi.

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