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Il sindaco di Cerda sull'arresto della compagna del boss: «Le donne tradizionalmente hanno un ruolo attivo nei clan mafiosi»

Giada Quattrocchi avrebbe agevolato lo scambio di informazioni tra i vertici del mandamento. È accusata anche di concorso in estorsione ai danni di un imprenditore delle onoranze funebri

La compagnia dei carabinieri di Cefalù

Sull’arresto della compagna del boss di Cerda, Giada Quattrocchi, interviene il sindaco Salvo Geraci, che è anche deputato regionale della Lega: «I nuovi sviluppi dell’operazione antimafia avviata nel febbraio scorso nel territorio di Cefalù - dichiara - hanno permesso oggi l’arresto della compagna del boss di Cerda. Le donne tradizionalmente svolgono funzioni attive contribuendo a rafforzare il potere delle organizzazioni criminali mafiose. La familiarità e i legami di sangue hanno un ruolo importante all’interno del sistema mafioso. Complimenti agli inquirenti per lo straordinario lavoro che svolgono quotidianamente nella lotta contro la mafia. Cerda e la sua amministrazione sono sempre dalla parte dello Stato, delle istituzioni e delle forze dell’ordine, senza se e senza ma. La mafia fa schifo».

L’arresto è stato eseguito dai carabinieri della compagnia di Cefalù, che hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Palermo-Sezione per il riesame su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. Giada Quattrocchi è residente a Campofelice di Roccella, è accusata dei reati di associazione mafiosa ed estorsione. La donna, secondo quanto sarebbe emerso, avrebbe coadiuvato ed agevolato lo scambio di informazioni tra i vertici del mandamento mafioso, rendendosi inoltre responsabile, in concorso, di estorsione aggravata del metodo mafioso ai danni di un imprenditore attivo nel settore delle onoranze funebri.

Il provvedimento scaturisce da un’articolata attività investigativa condotta nel biennio 2020-2022 sui mandamenti mafiosi di Caccamo/Trabia (con particolare riferimento alle famiglie di Cerda e Termini Imerese) e di San Mauro Castelverde (con riguardo alle famiglie di Campofelice di Roccella e Collesano). Il provvedimento, si legge nella nota dell’Arma, riguarda «la famiglia mafiosa di Campofelice di Roccella e costituisce l’ultimo capitolo degli arresti eseguiti nel febbraio di quest’anno».

 

 

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