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I sanitari arrestati a Palermo, «I soldi accanto al pane e panelle»

L’appuntamento per consegnare i cento euro per la protesi davanti alla friggitoria. I retroscena dell'indagine. A denunciare i tre indagati un'arzilla anziana di 89 anni che ha raccontato tutto al figlio e si è rivolta ai carabinieri

L’appuntamento per consegnare i cento euro per la protesi realizzata dai sanitari dell’Asp di Palermo era fuori dagli ambulatori di via La Loggia accanto al venditore di pane e panelle.
A incastrate il medico odontoiatra Giuseppe Guiglia, l’odontotecnico Sebastiano Lanza e l’infermiere Massimo Vito Salvatore Cumella, accusati di concussione, è stata l’arzilla vecchietta di 89 anni.
È stata lei a raccontare ai militari che quel pagamento in contanti, senza ricevuta e fuori dai locali dell’Asp non la convincevano.
«Mi sono sempre rivolta all’Asp e non ho mai pagato» ha detto. La vicenda inizia il 17 luglio. La paziente si reca all’Asp. Ha tutta la documentazione: la prenotazione al Cup, la prescrizione medica con l’esenzione totale.
Qui, come riportato nell’ordinanza del gip di Palermo Clelia Maltese, l’odontotecnico Lanza le prende l’impronta per eseguire la protesi. Poi le si avvicina e le dice che questo lavoro costa 100 euro.
L’anziana sta al gioco, ma racconta tutto a casa. Il figlio della donna si presenta dai carabinieri e denuncia. Viene predisposto un servizio di osservazione: gli investigatori seguono la donna che va in ambulatorio.
L’appuntamento per la consegna dei soldi è il 21 luglio vicino al «panellaro». Ma il pagamento extra slitta e avviene dentro l’ambulatorio dell’Asp.
Il 24 luglio a fine seduta l’infermiere Cumella dice alla pensionata: «Che fa signora se ne sta andando? Niente ci deve lasciare? Come era rimasta con il dottore?»
«Io con fare sornione - dice l’anziana - ho risposto se si riferiva ai soldi che avrei dovuto consegnare all’odontoiatra e lui mi ha risposto di sì. Visto che la protesi dentaria mi verrà consegnata molto probabilmente mercoledì prossimo gli ho risposto che i soldi - specificando i 100 euro - li avrei consegnati in quella data. Ho salutato e sono andata via».
Il 26 luglio ricevuta la protesi la donna consegna ai tre cento euro in banconote già fotocopiate. I carabinieri entrati subito dopo hanno trovato i soldi in tasca a Lanza. I tre sanitari in servizio all’Asp di Palermo quindi vengono arrestati e sono stati sospesi per un anno dal servizio

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