Automobili, motociclette, soldi, effetti personali, computer: fare breccia nella sicurezza del Policlinico di Palermo sembra ormai un gioco da ragazzi per i malviventi, che quotidianamente infestano i viali e i padiglioni dell’azienda ospedaliera. Il perimetro è vasto, difficile da controllare, e le scorribande sono ormai all’ordine del giorno.
Solo nelle ultime due settimane, nei parcheggi interni all’ospedale si sono registrati i furti di un motorino modello Sh e di una 500 - che ultimamente comunque, in tutta la città, sembra andare a ruba - nei pressi del padiglione di Malattie infettive. Per non parlare del caso di un clamoroso furto in stanza ai danni di un paziente nel reparto di Chirurgia d’urgenza: «È bastato che il ricoverato si allontanasse per effettuare un esame - raccontano alcuni medici - perché i ladri entrassero in azione nonostante la presenza in camera di altri due pazienti». Risultato: spariti un tablet, soldi, portafoglio ed effetti personali.
Gli importanti sforzi economici voluti dal commissario straordinario Maurizio Montalbano, insediatosi in maggio, non sembrano dunque sufficienti: «Abbiamo fatto installare nuovi sistemi di videosorveglianza negli ingressi - spiega - e aggiunto nuovi sistemi di allarme. In notturna abbiamo due pattuglie della Mondialpol che fanno servizio di ronda continuo tra i viali, mentre i loro colleghi della Ksm presidiano gli ingressi. Abbiamo anche presentato un esposto in Procura».
Aumentano le misure ma non diminuiscono i casi. Notte e giorno, non esiste orario che tenga, i malintenzionati riescono ad aggirare i dispositivi di sicurezza fino a entrare anche negli spogliatoi utilizzati da medici, specializzandi e studenti. «Sì, noi chiudiamo a chiave - spiegano alcuni di loro - ma i ladri riescono comunque ad accedere. A giro, tutti siamo stati vittime e continuiamo a esserlo ciclicamente. È una roulette russa».
Così, non bisogna rimanere stupiti se per i corridoi dei reparti si vedono medici girare con zaini in spalla e borsette a tracolla: «Ormai cerchiamo di lasciare il meno possibile nelle nostre stanze - commenta un giovane sanitario -. Io vedo le mie colleghe girare con le borse e anche noi preferiamo portarci gli zaini appresso». «È un colabrodo - ammette Montalbano - ma di certo non possiamo costruire attorno il Muro di Berlino. Nei mesi scorsi eravamo stati ricevuti dal prefetto Maria Teresa Cucinotta, che ringrazio per le attenzioni mostrate, e dai vertici delle forze dell’ordine. Chiediamo che vi sia più controllo del territorio, da soli non ce la facciamo. C’è allarme».
«Pochi mesi fa - aggiunge uno specializzando - avevo posteggiato la mia motocicletta e mi ero avviato per iniziare il turno di notte. All’indomani, uscito dal mio reparto, la moto non c’era più, sparita nel nulla». Oggetto dei desideri dei ladri sono anche i computer dell’ospedale. Recente la denuncia di un professore di Biologia, che negli uffici del dipartimento non ha più trovato i due computer. Stesso destino, segnato, per Anatomia patologica. E poi gli atti vandalici: l’ultimo caso risale al mese scorso, quando le telecamere hanno ripreso il raid di sette ragazzini che hanno sfondato i vetri del dipartimento di Medicina. Molti sono convinti che vi siano delle mani interne che facilitino il lavoro.
Nel frattempo, anche i sindacati si uniscono alle parole del commissario e chiedono alle istituzioni più attenzione e controlli: «Affrontiamo periodicamente il problema - sottolinea Maurizio Ippolito, segretario Cisl Università - il Policlinico è una struttura con tanti punti di accesso e con tutta la buona volontà si incontrano comunque grandi criticità nell’arginare il fenomeno, che non è risolvibile dalla governance universitaria. Chiediamo il più rapido intervento delle istituzioni». Gli fa eco Monica Lunetta, segretaria Fp Cgil: «Da anni raccogliamo innumerevoli segnalazioni - dice - in gran parte dei reparti attivi H24 mancano i servizi di portierato e sicurezza nelle ore pomeridiane e notturne e svariati edifici non sono dotati neppure di sistemi elementari di controllo: ciò espone al rischio di ingresso di malintenzionati responsabili di furti e purtroppo anche di aggressioni al personale sanitario».
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