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Senza casa a Palermo, protesta in prefettura: «Tremila famiglie in attesa di un alloggio»

In totale, secondo le stime del sindacato, sono oltre 45 mila gli appartamenti vuoti, solo nel Palermitano

A Palermo sono circa tremila i nuclei familiari che aspettano lo scorrimento delle liste d’attesa del Comune per l'assegnazione di un alloggio. Così, questa mattina (4 settembre), in via Cavour una delegazione di circa una trentina di famiglie che hanno occupato uno stabile in corso Pisani, e che ora hanno ricevuto la lettera di sfratto, si sono radunate sotto la sede della prefettura.

Sotto la lente di ingrandimento l’enorme presenza di turisti e visitatori nel capoluogo siciliano: per i manifestanti, il boom turistico rappresenta si un volano per l’economia cittadina ma limita la possibilità di trovare alloggi e case in affitto a prezzi popolari.

L’emergenza, a livello regionale, conta «più di 15 mila nuclei familiari - sottolinea Gabriele Rizzo di Officina del popolo e rappresentante territoriale del sindacato Usb - inoltre è datata 2008: anche in questo caso non c’è stato alcuno scorrimento legato alle reali necessità e non si è fatto neanche un aggiornamento della graduatoria quindi i numeri in questo momento non corrispondono alla realtà».

Rizzo punta il dito contro l’assessorato comunale alle Politiche sociali, «che non si è interessato più di tanto all’emergenza», e sul banco degli imputati finisce anche la delega all’emergenza abitativa in capo all’assessore Antonella Tirrito: «Con l’assessore Tirrito - prosegue il rappresentate dell’Usb - abbiamo convenuto che lo sfratto di corso Pisani non rappresenta la soluzione rispetto al problema dell’emergenza abitativa».

In totale, secondo le stime del sindacato, si parla di «oltre 45 mila case vuote solo nel Palermitano ma privatizzate durante gli anni - sottolinea Rizzo - e il fenomeno turistico non ci aiuta: molti, infatti, preferiscono tenerle chiuse e affittarle soltanto ai visitatori che non hanno difficoltà economiche e pagano regolarmente invece di metterle a disposizione della cittadinanza».

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