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Vela per l'inclusione, a Palermo in barca nel nome di Libero Grassi

Lo sport come strumento di legalità e passione sana per i ragazzi dei quartieri Cep e Kalsa

Lo sport della vela come strumento di legalità e passione sana per i ragazzi dei quartieri Cep e Kalsa. Per il settimo anno, in occasione dell'anniversario dell'assassinio mafioso di Libero Grassi, le imbarcazioni della Lega Navale solcano il mare del porto di Palermo con a bordo gli educatori di Addiopizzo e i ragazzi dei quartieri più a rischio: partiti proprio dal polo della Lega navale, dove vengono ormeggiate le barche, sono stati circa una quindicina i bambini coinvolti dall’associazione che ha sede nel quartiere che diede i natali ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

«Un modo per avvicinare i più piccoli al mare - ha sottolineato Nicola Vitello, presidente dei revisori della Lega Navale di Palermo - in assoluta sicurezza. Un appuntamento ricorrente e realizzato all’insegna della legalità: le barche infatti ci sono state assegnate, si tratta di imbarcazioni sequestrate alla malavita organizzata e che vengono riutilizzate per un fine nobile».

Tra le altre, i bambini si sono accomodati sulla Azimut, di circa 12 metri a due alberi, sequestrata dalla guardia di finanza, e sulla Our dream. E proprio su quest’ultima a breve ci saranno novità. La Lega sta lavorando con l’ordine degli ingegneri per «realizzare un progetto di integrazione - ha spiegato Vitello -, vogliamo fare in modo che possa ospitare un equipaggio misto composto da normodotati e atleti paralimpici. Stiamo realizzando un meccanismo che possa consentire loro di scendere sotto coperta con la carrozzina e quindi accedere in assoluta autonomia alla barca».

«Vogliamo far scoprire ai ragazzi un mondo nuovo e ricco di stimoli positivi dentro e fuori la piazza - ha spiegato Noemi Di Franco, educatrice di Addiopizzo -. Piazza Magione è un luogo di forte identità e forte rivendicazione che può però trasformarsi in una prigione se non si superano gli ostacoli di disagio che insistono sul territorio. Le famiglie e i ragazzi ci seguono moltissimo, hanno fame di conoscenza e nuove esperienza: il tessuto sociale non aspetta altro che un cambiamento in positivo».

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