«Il vero tema è la prevenzione, non come spegnere gli incendi». La società civile non ci sta e a seguito degli ultimi roghi che in queste ore stanno devastando intere zone della Sicilia, il comitato nato spontaneamente dopo le fiamme che hanno avvolto Palermo il 24 luglio si ritrova nuovamente in piazza Indipendenza dietro uno striscione che recita: «La Sicilia brucia, i responsabili paghino» esposto davanti al palazzo della presidenza della Regione.
Sul banco degli imputati ancora una volta le attività di prevenzione, considerate non sufficienti: «Tutte le province della regione sono state coinvolte - sottolinea Pietro Milazzo dell’Osservatorio permanente dei disastri ambientali - gli incendi sono una guerra contro l’ambiente, contro la natura e contro gli esseri umani: le quantità di diossina e veleni che abbina respirato sono state ingenti. Il nostro è un piccolo gesto fatto a caldo che dimostra come la cittadinanza non cede alla rassegnazione e alla immobilità».
La decisione di scendere in piazza con un nuovo sit-in è stata presa questo stesso pomeriggio dopo un tam-tam social, dove il gruppo conta centinaia di iscritti. «La situazione è seria - prosegue Milazzo - questi incendi portano con sé nei giorni e mesi successivi rischi di frane, cedimenti e inondazioni. E dalla protesta arriva l’annuncio della presenza massiccia la sera dell’acchianata. Gli attivisti stanno infatti cercando di contattare il vescovo monsignor Corrado Lorefice per spiegare che saranno lì per far sentire la propria presenza senza voler disturbare quello che è il rito e il significato religioso del momento: «Sappiamo che il vescovo è un uomo sensibile a certe tematiche - dicono - noi saremo presenti per continuare a tenere accessi i riflettori su questo fenomeno che sta distruggendo la nostra regione».
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