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A Palermo il ricordo di Paolo Giaccone: «Testimone non solo del suo tempo, ma anche di valori»

Il professore 41 anni fa fu ucciso dalla mafia tra i viali dell’ospedale a lui ora intitolato, il Policlinico

«Testimone non solo del suo tempo, ma di valori. In un momento in cui il mondo, come ci ricordava Paolo VI, più che di buoni maestri ha bisogno di buoni testimoni e francamente non vedo all’orizzonte immortali maestri e scarseggiano ahimè anche i buoni testimoni».

Così il sindaco di Palermo Roberto Lagalla nello spiazzo antistante il reparto di Medicina Legale ricorda il professore Paolo Giaccone, che 41 anni fa fu ucciso dalla mafia proprio tra i viali dell’ospedale a lui intitolato, per essersi opposto alla richiesta di ‘aggiustare’ le conclusioni di una perizia dattiloscopica che avrebbe ricondotto a Giuseppe Marchese, esponente di primo piano di Corso dei Mille.

«Docente di straordinaria comprensione e grande signorilità - prosegue il sindaco, ricordando l’esame sostenuto proprio con Giaccone -, era il mio ultimo esame: la tesi era pronta e avevo sostenuto un lotto importante di altri esami. Non l’avevo proprio preparata con i fiocchi - ammette -, la il professore vide il libretto e fu molto comprensivo e mi diede un 28 più alla carriera universitaria che all’esame».

Tante le autorità presenti , tra cui l’assessore regionale alla Salute Giovanna Volo e il rettore dell’università di Palermo Massimo Midiri: «Un animo gentile e buono - ricorda Paolo Procaccianti, suo allievo - e con la usa bontà e modo di essere è riuscito a portare avanti quei principi di libertà e giustizia che non hanno mai bisogno di grande clamore».

Davanti il ceppo commemorativo, sono quasi un centinaio le persone giunte per ricordare la memoria di Giaccone. Amici, colleghi, istituzioni e tanti giovani medici che leggermente in disparte osservano e si lasciano ispirare da quel «no» etico e professionale: «I giovani medici imparano che la professione medica è un’arte importante, che non deve essere condizionata da nulla - sottolinea il rettore Massimo Midiri - e richiede un approccio di serietà e rispetto nei confronti di quello che si fa». Parole riprese anche dal prescindete della scuola di Medicina Marcello Ciaccio: «Paolo Giaccone è stato un uomo che ha dedicato tutta la sua vita alla professione, fatta con grande rigore e rispetto delle regole - evidenzia -, senza mai avere paura di quelle che poi sarebbero state le conseguenze. Non ha mai voluto cedere a delle richieste che sarebbero andate contro legalità l’onesta intellettuale e l’impegno professionale».

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