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Palermo, stretta sulla movida: la musica troppo alta fa chiudere i locali

Pugno duro dopo le denunce dei residenti per le strade trasformate in discoteche. Sanzioni anche per dodici tra pub, pizzerie e ristoranti

Nelle maglie dei controlli avviati dal Comune di Palermo sui locali della movida incappano pub, ambulanti e ristoranti. Nell'ennesimo giro di vite coordinato dalla task force del Suap, che passerà al setaccio la posizione di migliaia di locali, di cui ventimila già in fase di accertamento, sono finiti nelle ultimi tre settimane dodici tra pub, pizzerie e attività commerciali dislocati tra il centro storico e la periferia. Dall’occupazione abusiva di suolo pubblico alle emissioni sonore all’esterno oltre l’orario consentito o in assenza di qualsiasi autorizzazione a «mettere musica», si allunga la lista dei locali sui quali cade la mannaia delle ispezioni e dei riscontri documentali effettuati anche attraverso la consultazione dei casellari giudiziari.

Il pugno duro promesso dalla nuova giunta dopo le denunce dei residenti sulle strade trasformate in discoteche a cielo aperto fino a tarda notte. Nel report di luglio, appare definitivamente cessata l’attività di un locale a Tommaso Natale e sono bloccate le vendite di frutta e verdura in un negozio di corso Calatafimi.

I provvedimenti legati al disturbo della quiete pubblica, con decibel sparati nella notti dei fine settimana, hanno portato alla chiusura dai 10 ai 15 giorni per locali che si trovano tra il centro storico, via Di Rudinì, da via San Lorenzo a viale Regina Elena a Mondello, dove la sanzione ha colpito un ambulante.

Tra gli incartamenti del Suap è finita pure, ma solo trasversalmente e senza conseguenze sull’attività, Villa Zito. Non c’è alcun legame, è bene specificarlo, con l’inchiesta giudiziaria che vede coinvolto il suo chef Mario Di Ferro e la società di cui è titolare. Quella è un’altra storia. La decisione di revocare la licenza al titolare della Scia riguarda, infatti, il rappresentante legale di Bar Srl (di fatto non operativa), ma per una vicenda che risale a ben cinque anni fa e che non ha nulla a che fare con l’attuale ristorante che continua a restare aperto.

Nell’aprile del 2022, nell’ottica di un risanamento, Bar s.r.l. aveva infatti dato in affitto il ramo d’azienda relativo all’attività di ristorazione con somministrazione alla società Villa Zito, il cui legale rappresentante è appunto Di Ferro. Quindi, tavoli e sedie del ristorante di via Libertà continuano a essere occupati dai clienti.

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