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Palermo dopo gli incendi: è il momento della conta dei danni. I residenti: «Siamo stati lasciati soli»

Resta l’immagine della cenere che ricopre ciò che era della vegetazione, automobili bruciate e persone danneggiate dalle fiamme che provano a capire

Da Borgo Nuovo a Mondello la voce è unanime: «Siamo stati lasciati soli». C’è chi ringrazia la polizia per il lavoro svolto e l’aiuto portato ai residenti delle varie zone di Palermo, ma chi doveva essere presente sembra essere arrivato tardi. Intanto l’atmosfera intorno a Pizzo Sella è spettrale: le case sono abbandonate e nere per lunghi tratti. Il fuoco ha mangiato tutto ciò che ha incontrato e ciò che resta è l’immagine della cenere che ricopre ciò che era della vegetazione, automobili bruciate e alcuni residenti che provano a capire lo stato delle proprie abitazioni. Case bruciate e inghiottite dalle fiamme anche a Monte Gallo. In via Saffo, una delle strade maggiormente interessate dalle fiamme, c’è una delle palazzine andate a fuoco: a guardarla con occhi disperati è il padre di una delle residenti, al momento in cerca di una sistemazione con il proprio compagno e i loro nove cani, che sgomento attacca chi avrebbe dovuto fare prevenzione: «Da mesi chiedevamo alla forestale di venire a fare un sopralluogo e di togliere le erbacce che circondavano casa nostra, così come l’albero che ormai è arrivato con i suoi rami fin dentro le case - dice Ignazio Benigno, mentre indica tutto intorno la vegetazione ormai bruciata -, dopo mesi è venuto un funzionario promettendo che qualcuno sarebbe arrivato. Non si è visto nessuno».

La palazzina di tre piani è totalmente bruciata: i tetti sono neri, come d’altronde la facciata, e dell’interno è rimasto ben poco. «Ci rimbalzano sempre - prosegue il signor Ignazio - chi dice che appartiene a Bagheria, chi ad altri distretti. Qualcuno dovrà occuparsi di questa zona, no?». Il racconto di quella notte fa trapelare rammarico per i soccorsi prestati: «Siamo grati alla polizia e ai volontari della protezione civile - sottolinea Marco Geloso, anche lui residente in via Saffo - ci hanno dato una grossa mano. I pompieri però sono arrivati tardi: siamo stati noi residenti ad affrontare le fiamme, prima bagnando tutto intorno i nostri giardini con i tubi dell’acqua e poi fornendola alle pompe della protezione civile». Il suo giardino, ben curato, ha fortunatamente fatto da tagliafuoco anche per le altre ville: «Mi dedico sempre alla cura del giardino - dice - per fortuna le fiamme non sono riuscite ad avanzare, non hanno attecchito e sono rimaste dietro la rete di protezione da caduta massi».

E se a Mondello i residenti possono tirare un sospiro di sollievo, anche se non tutti, a Borgo Nuovo la situazione è ancora molto difficile. Gli abitanti della zona si sono affidati al fai da te fin dall’inizio dei roghi che hanno poi devastato il rione. In queste ore come nei giorni scorsi le scene sono sempre le stesse: uomini, donne e ragazzi in prima fila a fronteggiare l’emergenza, questa volta in mano non hanno i tubi dell’acqua ma attrezzi e ciò che rimane di vivo dopo la morsa delle fiamme. Il peggio è stato vissuto in via Erice, dove alcuni box hanno preso fuoco e invaso con il fumo l’intero quartiere costringendo la popolazione a lasciare le proprie abitazioni. «Dal civico 31 al numero 25 abitano tantissime famiglie con bambini e anziani - racconta la signora Rita, residente al 25, che si fa portavoce per tutti - la polizia ci ha intimato di lasciare le case e ora non sappiamo se e quando potremo rientrare. Chiamiamo da ore i vigili, la polizia e i carabinieri per avere notizie - prosegue - e come quando eravamo accerchiati dalle fiamme non otteniamo risposta. Cosa dobbiamo fare?».

Nel frattempo per loro si è attivata una rete di solidarietà, composta da volontari e parroci della zona, coordinata dal presidente della circoscrizione (la quinta) Andrea Aiello: «Grazie al parroco della parrocchia di San Giuseppe di Passo di Rigano e alle suore di Cristo Re di via Petrazzi abbiamo avviato una rete di comunità tra volontari e territorio - spiega Aiello - per le famiglie rimaste senza casa e coloro i quali ancora non sanno se le proprie abitazioni sono agibili o meno. Abbiamo individuato le famiglie e abbiamo scelto di farle pernottare in alcuni hotel, così come abbiamo predisposto l’apertura del centro sociale Santa Cristina dove alcune famiglie hanno pranzato». Ad ampliare la rete ci ha pensato anche «una gastronomia che la sera ospiterà 12 famiglie - sottolinea il presidente di circoscrizione - che potranno così cenare, sperando di poter regalare loro alcuni momenti di tranquillità». E prosegue: «I soccorsi sono arrivati quando ormai non c’era più nulla da fare - dice -. Io ringrazio le forze dell’ordine e i pompieri per il lavoro svolto ma c’è stato un colpevole ritardo. Borgo Nuovo non è un territorio che serve solo a scopi elettorali, servono infrastrutture, economia e attenzione. Quello che è successo è accaduto perché tutto questo manca».

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