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Policlinico di Palermo, asportato un gozzo da 12 centimetri: toccava le arterie del cuore

Solo una mini incisione ma con una complessa operazione durata tre ore per asportare la massa che si estendeva all’interno del torace

Solo una mini incisione per asportare, con una complessa operazione durata tre ore, un voluminoso gozzo tiroideo retrosternale di 12 cm che si estendeva all’interno del torace fino a raggiungere le maggiori arterie del cuore. È l’intervento eseguito al Policlinico di Palermo con la collaborazione multidisciplinare tra le equipe di cardiochirurgia e chirurgia oncologica e che ha permesso di risolvere la complessa situazione clinica di un paziente settantenne.

La posizione del gozzo, affondato nel torace, unita alle patologie concomitanti dell’uomo, rendevano, infatti, l’intervento ad alto rischio. Gli specialisti dell’Azienda ospedaliera universitaria, dopo le tutte le indagini cliniche e strumentali, hanno optato per un approccio mini invasivo effettuando una ministernotomia, ossia una piccola incisione nello sterno.

L’intervento è stato eseguito nella sala operatoria della cardiochirurgia, diretta da Vincenzo Argano. I cardiochirurghi Salvatore Torre e Antonio Segreto hanno aperto il torace del paziente soltanto per pochi centimetri, sufficienti a consentire alla professoressa Giusi Graceffa, dell’unità operativa di Chirurgia oncologica che aveva in carico il paziente, la rimozione completa della massa senza danneggiare le importanti arterie e vene vicine al cuore. In sala operatoria anche l’anestesista Ugo Di Blasi, la strumentista Federica Faso, l’infermiere di sala Alessio Di Pasquale e gli assistenti specializzandi di chirurgia. Dopo l’intervento il paziente ha recuperato velocemente ed è stato dimesso dopo pochi giorni di degenza.

«Grazie alla stretta collaborazione tra le due unità operative e le nuove tecnologie di cui disponiamo - sottolinea Graceffa - possiamo offrire cure di alta specializzazione per patologie complesse senza bisogno di rivolgersi a strutture fuori regione».

Il commissario del Policlinico Maurizio Montalbano sottolinea come «questo caso mette ancora una volta in risalto le competenze dei nostri professionisti e l’importanza dell’approccio multidisciplinare per risolvere in modo efficace i problemi di salute dei pazienti».

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