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Da venerdì Palermo non accetterà più voli da Catania. Schifani critico, Lagalla: c'è sovraccarico

Prosegue l'inchiesta sull'incendio, il procuratore capo Zuccaro: «Il sequestro non impedisce la riapertura dello scalo»

 

«Accetteremo venti voli ex Catania per domani, giovedì 20 luglio, e nessuno da venerdì a domenica». Lo dice l’accountable manager e direttore generale di Gesap, la società di gestione dell’aeroporto internazionale Falcone Borsellino di Palermo, Natale Chieppa, che ha coordinato le operazioni legate al blocco dell’operatività del Terminal A dell’aeroporto di Catania, dopo l’incendio in una parte dello scalo di Fontanarossa. Una decisione che, però, non è piaciuta al presidente della Regione, Renato Schifani. Mentre il sindaco Roberto Lagalla è più cauto.

«L’infrastruttura sta reggendo - dice Chieppa - ma per un aeroporto come Palermo che ha già di suo una crescita del 15% di traffico, il rischio è compromettere la qualità dei servizi, anche perché alcuni operatori aeroportuali stanno riscontrando difficoltà per via dell’enorme traffico e per le procedure scorrette di alcune compagnie che hanno inviato voli a Palermo senza preavviso. Siamo in continuo contatto con Enav, Enac e Assoclearance, con tutte le compagnie - conclude Chieppa - e abbiamo già comunicato che domani, giovedì 20 luglio, accetteremo al massimo venti voli ex Catania, mentre da venerdì fino a domenica non ci sarà spazio per nessun volo oltre ai nostri».

«Non posso che stigmatizzare l’atteggiamento della direzione generale dell’aeroporto di Palermo che, senza un doveroso confronto con gli organi di controllo, ha dichiarato di non accettare più voli destinati originariamente allo scalo di Catania, ingenerando così uno stato di allarmismo e tensione sociale in quanti hanno scelto di trovare in Sicilia, simbolo dell’accoglienza, un luogo ideale per le vacanze». Lo dichiara il presidente della Regione Renato Schifani, commentando le affermazioni del direttore generale della Gesap, la società di gestione dello scalo Falcone-Borsellino.
«In un momento in cui il sistema dei trasporti aerei in Sicilia è fortemente messo a rischio - aggiunge il governatore - dopo l’incendio che ha parzialmente danneggiato lo scalo di Fontanarossa, condizionando non solo la mobilità dei cittadini, ma anche incidendo fortemente in un comparto vitale dell’economia siciliana come quello turistico, non può che richiamarsi tutto il sistema della mobilità a porre in essere ogni sforzo necessario a superare la criticità del momento, in una logica di leale collaborazione istituzionale».

«La Regione, da subito - ricorda il presidente Schifani - ha istituito una task-force di emergenza per potenziare e coordinare i collegamenti straordinari dagli aeroporti di Palermo, Comiso e Trapani verso Catania e messo a disposizione tutte le strutture di propria competenza come l’Ast, cui va pubblicamente il mio plauso. Voglio richiamare tutti - conclude il governatore della Sicilia - al senso di responsabilità comune e vigilerò su atteggiamenti e decisioni unilaterali lontani dallo spirito di cooperazione sociale che possano arrecare grave pregiudizio al superamento dei disagi di questi giorni».

«Esprimo il mio apprezzamento per il grande sforzo che sta compiendo in questi giorni la Gesap per l’aiuto, che ritengo doveroso in questo momento di emergenza, all’aeroporto Fontanarossa di Catania, come già stanno facendo anche altri scali come quello di Trapani e Comiso - affermano il sindaco di Palermo Roberto Lagalla e il vicesindaco Carolina Varchi -. Tuttavia, il previsto traffico aereo di 250 voli giornalieri su Catania pone in oggettiva difficoltà l’aeroporto Falcone e Borsellino, creando una situazione di sovraccarico delle infrastrutture e del personale, specialmente in un periodo di sensibili afflussi come quello estivo. Per questa ragione, siamo in costante contatto con il presidente dell’Enac affinché il traffico aereo destinato a Fontanarossa possa essere ridistribuito al meglio su altri scali siciliani e calabresi. Confidiamo che venga presa in considerazione anche l’ipotesi di utilizzare l’aeroporto di Sigonella, sempre che gli esistenti vincoli militari possano essere allentati».

Nei giorni scorsi, ricorda Gesap, l’aeroporto di Palermo ha fatto atterrare oltre 45 voli, compresi i 330-200 di Ita con 250 persone a bordo. «Questa emergenza richiede un supplemento di lavoro e di responsabilità da parte di tutti - dice Vito Riggio, amministratore delegato di Gesap - L’aeroporto di Palermo sta reggendo bene all’aumento dei voli dovuto al blocco delle attività di Catania, ma limiteremo l’afflusso di traffico aereo, essendo già molto oltre il limite di capienza, anche per il ritardo nei lavori, che comunque vanno avanti spediti. In questi giorni di emergenza, il personale, a cui va il nostro apprezzamento, con grande fatica e stress sta fronteggiando con tutte le forze un momento eccezionale e delicato, con punte di 45 voli (90 movimenti) in più al giorno rispetto alla programmazione prevista nello scalo palermitano, già notevole per il periodo».

Intanto proseguono le indagini sull'incendio. Il sequestro disposto dalla Procura di Catania nel Terminal A dell’aeroporto internazionale Vincenzo Bellini è «stato solo parziale e non impedisce la riapertura dello scalo». Lo afferma il procuratore Carmelo Zuccaro che ha aperto un’inchiesta sul rogo contro ignoti. Il provvedimento adottato è di natura probatoria ed è finalizzato a evitare che ci sia una modifica dei luoghi in vista di ulteriori accertamenti che dovranno ancora eseguiti.

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