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Festino, Lorefice: «Santa Rosalia ha ancora tanto da dirci, è un'opportunità per Palermo»

Dalla Cattedrale, davanti a centinaia di fedeli, l'arcivescovo ha ufficialmente aperto i festeggiamenti

«Questo quarto centenario del ritrovamento del corpo di Santa Rosalia non può essere una semplice commemorazione o un semplice complesso di manifestazioni civili e religiose, no. È invece una opportunità per l’intera città, per riappropriarci di questa presenza, quella di Rosalia, che ha ancora molto da dirci, per come abitare la nostra e la sua città, a partire del dono della fede in Cristo». Dall’altare della Cattedrale di Palermo, Corrado Lorefice apre ufficialmente la 399esima edizione del Festino di Santa Rosalia (che avrà come media partner il Giornale di Sicilia) e l’anno giubilare che si concluderà proprio il  prossimo 14 luglio.

Durante la giornata, l'arcivescovo ha più volte richiamato i palermitani alla fratellanza e all’amore, parole chiave di questa edizione riunite sotto l’ombra della corresponsabilità. Concetto che i palermitani ritrovano negli esempi concreti dei propri eroi: «Cosa ci ispira padre Pino Puglisi nel trentennale del suo omicidio mafioso - ricorda l’arcivescovo alzando la voce -, e fratel Biagio Conte, recentemente scomparso, cosa ci ispira? Giovanni Falcone o Paolo Borsellino, a pochi giorni dall’anniversario dell’attentato. Hanno vissuto la responsabilità della città. Mossi dall’accoglienza del regno di Dio, disposti a disfarsi di tutto, anche della stessa vita, come ha fatto Rosalia Sinibaldi. Che ha fatto scelte opposte al conformismo, alla rassegnazione, a questa cultura che ci spinge all’idolatria per paura della morte».

Centinaia i fedeli assorti in preghiera per la Santuzza, insieme al sindaco Roberto Lagalla e alla giunta comunale al completo, che hanno preso posto tra i primi banchi. Lorefice richiama la città a seguire «i nostri morti, che silenziosamente hanno lottato per la nostra Palermo», per intraprendere questo anno di giubileo accanto alla Patrona, «che è con noi dall’alto in basso - dice l’arcivescovo -, in alto per intercedere per noi. E in basso per prendersi cura dei nostri corpi, camminare con noi, stare nei nostri quartieri».

Poi, il momento clou: vengono aperti i cancelli della cappella dove Rosalia riposa e il suo corpo viene portato in processione per le navate della Cattedrale. Fianco a fianco sindaco e arcivescovo: «Un’edizione speciale, è la prima volta che si apre un anno giubilare - dice il primo cittadino -  guardando il 400esimo. È una grande emozione per me, al secondo festino ma il primo veramente vissuto. Che Dio e Santa Rosalia aiutino Palermo e ci assistano nel lavoro che faticosamente e quotidianamente facciamo».

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