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Monte Catalfano off limits dopo le frane. Una proprietaria: «Ho un buco sul tetto e non posso ripararlo»

Stamani si è svolto un sopralluogo a cui hanno partecipato istituzioni, forze dell'ordine e residenti. Si spera nei fondi europei del Ministero degli Interni per mettere in sicurezza la zona

Droni e pattugliamenti controlleranno il rispetto dell’ordinanza sindacale del primo cittadino di Santa Flavia, Giuseppe D’Agostino, che vieta la dimora e lo stazionamento di persone nella zona dei residence del Monte Catalfano dove nei giorni scorsi è avvenuta l’ennesima frana.

Sabato scorso, in piena notte, dei grossi massi si sono staccati nuovamente dalla parete rocciosa, con danni vistosi alle abitazioni, alcune delle quali già colpite negli anni scorsi. Stamani un sopralluogo dei vigili del fuoco, dei carabinieri, del sindaco e di alcuni residenti, ha disposto una richiesta urgente al Ministero dell’Interno per la messa in sicurezza del Monte che è ancora a forte rischio frane.

“Mi sono sentita meno sola – racconta Gisa Maniscalco, proprietaria di una villa posta nel terrazzamento più alto. Solo nel nostro residence Capo Zafferano, ci sono 31 abitazioni. Per noi era una dimora estiva che non utilizziamo più dal 2018, da quando si verificarono i primi pericoli. Siamo stati chiamati da alcuni vicini – precisa – un masso enorme è caduto sul tetto, lo ha bucato ed è finito in casa. Le ville danneggiate sono sei, quelle dei terrazzamenti più in alto, ma sono tutte in pericolo, anche quelle più vicine al mare”.

A giugno 2018 i primi massi si staccarono sul monte Catalfano, colpendo villini di via Litoranea e causando danni gravi. Dopo le istanze al Comune da parte dei proprietari delle case danneggiate, fu solo disposta un’ordinanza di sgombero, non da tutti rispettata. Quattro mesi dopo un altro crollo, con la devastazione di un’altra villetta.

Frane che si ripresentano spesso, ma che sabato hanno messo molta paura per l’intensità dei crolli: “Questa volta ci si sta rendendo conto che il problema è davvero grave – afferma Gisa Maniscalco -. Ho notato un crescendo di interesse per la criticità, da parte di tutte le componenti istituzionali. Una cosa che mi conforta. Sappiamo – continua - che sono stati stanziati dei fondi europei dal Ministero per un bene che ha un valore paesaggistico notevole. Ciò che ci preme è che vengano utilizzati con urgenza perché da cinque anni non possiamo abitare nelle nostre case. Per adesso vige il divieto assoluto di avvicinamento, tranne che per la cura delle piante o per dare da mangiare agli animali. La cosa assurda – conclude la donna – è che abbiamo un buco sul tetto della casa e ci è impedito di fare lavori. Ciò, se non verrà risolto a breve il problema, può compromettere irrimediabilmente il nostro bene”.

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