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Palermo, al cimitero dei Rotoli defunti dimenticati nel frigo spento

Trovate anche due cassette dove erano stati conservati circa 2.500 tra pezzi anatomici e feti. Il neo direttore del camposanto Marcello Martorana ha scritto una relazione che adesso è sul tavolo del Comune e sarà inviata alla Procura

Campi di inumazione sotto il costone, ai Rotoli

Il cimitero dei Rotoli di Palermo come le scatole cinesi. Apri porte per capire un po' qual è la situazione e cominciare a sgombrare i resti del disastro e quando pensi di esserci già in parte riuscito ecco la macabra scoperta della nuova amministrazione nella saletta che ospita le celle frigorifere, proprio di fronte al deposito ex Bonanno (dove comincia la storia delle bare in deposito). Nel frigo, immotivatamente e contro ogni norma spento da anni, c’erano le salme di sette persone, alcune morte tra il 2014 e il 2015. Dimenticate in mezzo a copiosi percolamenti e ratti morti per le esalazioni respirate nel deposito.

Non solo. Nel nuovo capitolo del camposanto degli orrori, anche due cassette dove erano stati conservati circa 2.500 tra pezzi anatomici e feti in gran parte mischiati fra loro, senza alcuna etichetta e senza che si sia potuto risalire alla provenienza e alla destinazione finale. Corrispondono, per avere una idea della quantità, alla cremazione di 50 salme. In genere, gli ospedali mandano questo materiale per essere appunto smaltito. Ma è una prassi che ha precisi passaggi che, in questo caso, mancano del tutto. Nessuna origine, niente è catalogato, non c’è traccia di ingresso e di destinazione finale. Il neo direttore Marcello Martorana, una lunga esperienza al nucleo Nopa della polizia municipale, ha trasformato l’immagine in parole. La relazione è adesso sul tavolo del Comune e sarà inviata alla Procura.

Nella premessa, «la vana ricerca della documentazione per accertare l’avvenuto trasporto e ricezione presso il cimitero con indicazione sulla destinazione (inumazione o cremazione)...». Martorana spiega di non avere ricevuto, nonostante le sue pressanti richieste, alcuna consegna. Non ci sono carte a disposizione che facciano ricomporre un puzzle inquietante. Come si fa a dimenticare che ci sono dei defunti messi da qualche parte e che, dati alla mano, avrebbero avuto precedenza ora nella sepoltura e invece sono stati proprio «scordati» lì dentro? Un posto che adesso è stato sigillato, come se ci fossero andati gli esperti della Scientifica per circoscrivere il luogo di un delitto. Gli stessi operatori della Reset che sono entrati hanno dovuto indossare tute e dispositivi per non sentire l'odore tossico sprigionato dalla putrefazione.

Il locale era stato aperto il 13 marzo scorso per verificarne il contenuto. La scioccante fotografia scattata in quella giornata: il frigo risulta essere guasto da almeno due anni. Dentro, però, conteneva 58 cassette di legno con l’etichetta «Pezzi anatomici». In alcune, però, sono stati trovati anche feti. Accanto, sette feretri con salme risalenti al 2014, 2015, una del 2021 e l’ultima del 2022 con nomi e cognomi dei defunti. Sia le scatole con i resti anatomici sia le bare percolavano e sono state quindi risigillate con lo zinco.

La stanza è resa totalmente inagibile «non soltanto per il tanfo immediatamente percepibile - scrive il direttore - ma anche per un possibile danno ambientale e per la salute pubblica causato dalla putrefazione». Sarà necessario l’intervento di una ditta specializzata per la raccolta e lo smaltimento di rifiuti speciali pericolosi (il percolato) nel deposito e di una seconda impresa per la sanificazione dell’area. I defunti dimenticati, invece, sono stati subito sepolti.

Le bare in attesa di sepoltura ieri erano intorno a quota 400. In brevissima proiezione, entro mercoledì prossimo scenderanno a meno di 350. Al bilancio di ieri si arriva grazie alle tumulazioni all’interno dei primi lotti dei loculi fuori terra e alle inumazioni nella ex zona interdetta del camposanto (irraggiungibile per il guasto del bobcat), dove ogni giorno sono previste estumulazioni e nuove inumazioni. Queste operazioni stanno permettendo di procedere a una media di 20 sepolture al giorno. All’insediamento della nuova amministrazione, nei depositi c’erano 1.260 feretri senza tomba. Sul tavolo, però, c’erano già i due milioni di euro agguantati in extremis dalla vecchia giunta di Leoluca Orlando e ora impiegati per uscire dall’emergenza.

Intanto, si è data la spinta alla collocazione degli oltre 400 loculi prefabbricati nei viali, dove sono stati già sistemati quasi tutti i defunti destinati alla tumulazione. Altri 175 morti hanno trovato l’attesa pace nei loculi ipogei, ricavati in piccoli spazi tra le sepolture già esistenti. Con una ulteriore ordinanza di marzo, è stato ridotto da 6 a 5 anni il termine per riesumare i defunti dalle tombe nei campi. Non meno importante la realizzazione della fognatura che dovrà servire al nuovo forno crematorio. «Non saremo contenti fino a quando anche l’ultima bara avrà lasciato i depositi del cimitero», aveva detto il sindaco Roberto Lagalla qualche settimana fa. Ma a parte quelle drammaticamente a vista, ne spuntano altre in posti inverosimili. Ma tragicamente reali.

 

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