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«Obliterare non è peccato»: fa discutere la campagna pubblicitaria dell'Amat di Palermo

Il manifesto contestato

Pasticcio in salsa palermitana per la nuova campagna pubblicitaria dell’Amat, l’azienda partecipata del Comune che si occupa di trasporto pubblico. «Una campagna che non coglie gli obiettivi», dice il presidente Giuseppe Mistretta. Ma che intanto fa discutere. Nei manifesti si vede un uomo accovacciato con il claim «Obliterare non è peccato. Se lo facciamo tutti avremo servizi da paradiso». L’obiettivo è quello di convincere i passeggeri degli autobus pubblici a pagare il biglietto. Da sempre l’azienda è vittima di passeggeri che utilizzano il servizio senza comprare il ticket.

Un vecchio adagio della pubblicità dice «purché se ne parli» e questo sembra un caso alla «open to meraviglia», per citare la campagna del ministero del Turismo, questa volta in salsa nostrana, con tanti commenti sui social. La delibera con la quale si affida la gestione della campagna è una determinazione del direttore Domenico Caminiti del 4 aprile, il giorno prima della scelta dei nuovi vertici aziendali che hanno portato Giuseppe Mistretta alla presidenza della partecipata. Il documento affida al costo di 10.600 euro (oltre Iva) presi dal bilancio 2023 la proposta che era stata presentata dallo studio grafico Antonello Blandi. Un ammontare che ha coperto sia la progettazione della campagna che l’acquisto degli spazi pubblicitari su affissioni, quotidiani e siti on line.

«Trattasi di un noto professionista - si legge nella determina - che ha perfettamente interpretato le esigenze aziendali individuando un messaggio socialmente strategico». Sempre nella determina si spiega come la campagna dovrebbe seguire un potenziamento del servizio dei controllori da avviare ad aprile. Potenziamento che finora non c’è stato. «È una campagna che il nuovo management ha trovato già preparata ma che da sola non permette di raggiungere gli obiettivi della comunicazione», taglia corto Mistretta. Sagaci nel frattempo i commenti sui social: «Un autista dell’azienda implora un gruppo di scalmanati adolescenti decisi a picchiarlo dopo essere stati da lui rimbrottati per non aver obliterato il biglietto (del quale peraltro non erano in possesso)», spiega uno dei post. Ma non mancano anche le canzonature: «Il vero peccato è aspettare due ore alla fermata», o ancora: «Migliorare il servizio manco è peccato» scrivono alcuni utenti.

Anche una parte delle opposizioni in Consiglio comunale non ha gradito e ha sottoscritto un’interrogazione al sindaco Roberto Lagalla. A promuoverla è stato il gruppo Azione, formato da Fabrizio Ferrandelli e Leonardo Canto. «L'Amat versa da tempo in difficoltà economiche e finanziarie - si legge nell’interrogazione - derivanti dalla fragilità del bilancio dell’Azienda e pertanto si rende necessario conoscere la valutazione circa l’opportunità di spendere denaro pubblico per fini pubblicitari». Il gruppo di Azione, insieme a Progetto Palermo, i consiglieri del Pd Rosario Arcoleo e Fabio Giambrone, suggerisce che grazie «alla prevalenza comunicativa dei social, sarebbe stata più incisiva, e sicuramente meno dispendiosa, una campagna pubblicitaria incentrata sulla diffusione del messaggio su questi canali, ormai ampiamente utilizzati dalla cittadinanza di ogni età». Secondo i firmatari l'Amat è assente su Facebook, Instagram e Twitter. I firmatari sottolineano che «tale campagna, sicuramente discutibile non nel contenuto ma nella modalità di rappresentazione, sta dividendo l'opinione pubblica».

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