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Crack, a Palermo primi consumi già a 13 anni: i pusher regalano le dosi a chi acquista marijuana

Il fenomeno degli stupefacenti in città: scende la soglia di età degli acquirenti, ai Sert 800 nuovi assuntori

A Ballarò un pusher della droga mentre consegna alcune dosi a una coppia di acquirenti

Il crack per sentirsi onnipotenti e invincibili come dei. Una sensazione che rende insaziabili e disposti a tutto pur di provarla, ancora e ancora. Se ciò che è «bello» dura troppo poco bisogna ripeterlo e la droga sintetica più alla moda del momento impazza, ma fa anche impazzire gli adolescenti imbrigliati nella morsa del suo consumo. Costa poco, si trova facilmente e «lo fanno tutti» gli amici. Essere branco, l’altra esigenza insopprimibile. Si comincia e ne diventi schiavo. Oggi la cercano già a tredici anni e a 19 magari dietro quel fugace benessere ci muori. È successo, succederà di nuovo. A Palermo, nelle sedi del Sert, il servizio territoriale che cerca di curare le tossicodipendenze, gli assuntori di stupefacenti sono 800 in più dello scorso anno e si abbassa vertiginosamente la soglia di età dei consumatori.

«La droga tende a comportarsi come le epidemie - spiega Giampaolo Spinnato, direttore dell’Unità dipendenze patologiche della Asp Palermo -. Così come i virus passano da una persona all’altra, anche i comportamenti sono contagiosi. Siamo in ritardo rispetto al Nord America ed al Canada, dove il crack era già diffuso 10 anni fa». Se sul territorio viene immessa una sostanza, comincia a essere utilizzata. Gli studi mondiali confermano la presenza della droga in determinate aree legata a due fattori: la quantità di sostanza presente e la disponibilità. Se immetto la sostanza sul territorio e la rendo facilmente accessibile, in quel territorio si svilupperà il problema dell’uso e della conseguente dipendenza. Nel tempo, il fenomeno della droga è sempre stato affrontato con la logica emergenziale, ci accorgiamo di un problema e ci attiviamo. In realtà, sappiamo che non è così».

Le sostanze stupefacenti di subdolo hanno proprio la visibilità ritardata. Subito si vede il consumo, non i suoi effetti. E questa «latenza è un forte volano di contagio, perché all’inizio la droga non viene percepita come pericolosa - continua Spinnato -. Quando si raggiunge il picco ed il numero di assuntori diventa elevato, l’immagine della sostanza comincia a cambiare». A poco a poco la richiesta diminuisce, così come successo con l’eroina. Oggi c’è l’apice del crack, poi passerà di moda fino alla prossima sostanza che sarà immessa sul mercato. Negli States prima dominava l’eroina, poi il crack, al seguito le metanfetamine e ora gli oppioidi. Ce ne sarà sempre un’altra.

Ma chi è l’assuntore tipo di crack che oggi si presenta ai Sert cittadini? Appartiene ai settori marginali della società, migranti o tossicodipendenti già da altre sostanze, e ragazzini che ovviamente non hanno molta disponibilità di denaro. Ha un effetto molto forte rispetto e non serve ottima qualità di cocaina per confezionare le dosi, cosa che tiene basso il prezzo di acquisto (5 euro): ma l’effetto è molto breve.

Cinque minuti scarsi nell’iperuranio, dove ti senti invincibile, dove ogni fragilità congenita alla stessa adolescenza sparisce e l’autostima è alle stelle. Per pochissimo. Dalle stelle alle stalle è un attimo. E la temporaneità, quasi un lampo nel buio, diventa un motivo di incentivo dell’uso, perché è come se non ci si sentisse mai soddisfatti abbastanza.

«La capacità di dipendenza è molto elevata rispetto ad altre sostanze - spiega Spinnato -. È uno psicostimolante che eccita il sistema nervoso e quindi provoca alla lunga problemi di natura psichiatrica, con isolamento, violenza, aggressività e disturbo della personalità. Arrivano a fare reati e a prostituirsi per comprarla». La competizione nella società, il senso del gruppo: se la fa l’amico, loro lo seguono. «Dicono questo quando arrivano da noi accompagnati dai genitori - aggiunge Spinnato - la colpa è delle brutte compagnie, ma la verità è che nessuno può considerarsi immune. Qualunque può rimanere intrappolato nella catena della dipendenza».

Per un certo periodo, i contesti dello spaccio e del divertimento della movida hanno trovato una convergenza. Lo sballo, re delle serate assieme all’altro scomodo inquilino: l’alcol. Prima le piazze per la vendita di marijuana erano distinte da quelle dove circolava droga pesante. Oggi con lo «spinello» il pusher promuove gratuitamente le dosi di crack e di cocaina. Se ti piace, la prossima volta...

L’abbassamento dell’età dei tossicodipendenti è coerente con l’esposizione a esperienze adulte fatte precocemente in tutti i campi: dall’ autonomia (in giro di notte da soli) alla sessualità vissuta già a 14 anni. «Si trovano a vivere esperienze adulte senza gli strumenti per farlo - dice Spinnato -. Dietro l’uso di droga ci sono in genere rapporti conflittuali e incomprensioni con la famiglia. Ma spesso è difficile capire se sono la causa o la conseguenza della dipendenza».

Adolescenti e non solo. Come dimostra l’ultima operazione antidroga a Ballarò, condotta dalla polizia, il crack lo cercano pure mamme con i figli in passeggino e adulti più che strutturati. Poi ci sono i nostalgici dell’eroina, mai sparita in realtà dal mercato ma che ha trovato ora nuova veste: gli aficionados e i nuovi fruitori, molti ventennni, la fumano invece di iniettarsela in vena. La cocaina, infine, che giunge a fiumi in città e definita la droga dei ricchi. Altri giri, altro costo. «Il commercio di sostanze stupefacenti, vede oggi una diffusione pervasiva soprattutto nelle giovani generazioni, nelle scuole e nei luoghi del divertimento - ha detto pochi giorni fa il questore Leopoldo Laricchia -. L’uso di certe sostanze di crescente diffusione provoca, ha sottolineato, danni irreversibili alla psiche ed i loro effetti si manifestano nelle nostre strade con devianze comportamentali di giovani e giovanissimi».

 

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