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Droga a Ballarò, pusher minorenne con il crack in bocca: lo nascondeva per poi spacciarlo

Un pusher della droga mentre consegna alcune dosi a una coppia di acquirenti

La bocca nascondiglio sicuro. La tenevano chiusa e lì custodivano il crack, per poi cederlo agli acquirenti. Le indagini che mercoledì hanno portato all'arresto di nove persone nel blitz antidroga dei carabinieri hanno messo in luce anche le tecniche con cui gli stupefacenti venivano venduti.

Nascondere il crack in bocca, consentiva agli spacciatori di farlo sparire facilmente ingoiandolo in caso di controlli da parte delle forze dell'ordine. Il confezionamento rendeva le operazioni più semplici: la droga veniva infatti conservata in involucri di plastica chiusi a caldo e di dimensioni molto piccole.

Spaccio di crack a Ballarò, le intercettazioni

Il 4 novembre del 2020, come emerge dalle carte dell'inchiesta, Giovanni Lo Monaco, 21 anni, ma allora ancora minorenne, venne intercettato mentre nascondeva droga, probabilmente crack, in bocca. Stessa storia circa due settimane dopo, in via Casa Professa: il giovane, destinatario della misura dell'obbligo di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria, prelevò gli stupefacenti dalla bocca, non dunque dalla tasca o da uno zaino, per poi cederli a una donna. Scena simile il 26 novembre, in via Ballarò, dove per due volte in appena cinque minuti fu intercettato mentre estraeva il crack dalla bocca e lo cedeva a due ragazzi.

Ma Lo Monaco non era l'unico a utilizzare questo stratagemma per sfuggire ai controlli. Tra gli altri c'è anche Fabio Benfante, 31 anni, il cui nome figura nell'elenco degli arrestati nel blitz, che il 3 dicembre del 2020 fu intercettato mentre tirava fuori crack dalla bocca e lo cedeva a una donna.

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