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Palermo, il quartiere di Ballarò scettico dopo il blitz antidroga: «Bene, ma non servirà a molto»

Francesco Montagnani

La notizia dell’arresto dei venditori di morte durante l’ultimo blitz a Ballarò è stata apprezzata da molti nel quartiere ma quasi tutti temono che sia servita a poco. Sono tutti ragazzi molto giovani, sotto i trenta anni, coloro ai quali sono state assegnate le misure cautelari.

E l’opinione comune è che dietro di loro ci siano organizzatori e gestori dello spaccio più forti. «Non è la prima volta. In altre occasioni ci sono state retate di questo tipo – commenta don Enzo Volpe, il parroco che dirige il centro salesiano Santa Chiara -. Può essere una buona notizia se facciamo riferimento al contrasto alla criminalità ma sarà un’ottima notizia se si comprende, attraverso le indagini, chi sono i veri gestori e organizzatori. Conoscendo bene l’ambiente di Ballarò, dico che sono state arrestate persone che gestiscono lo spaccio minuto sulla piazza e sono ragazzi che molto spesso non hanno alternative. Da educatore – continua don Enzo Volpe - sta mancando in questi anni un supporto a questi ragazzi da parte degli adulti e delle istituzioni in genere». Per il parroco di Ballarò il disagio dei giovani, acuito dalla pandemia è legato alla mancanza di cultura e all’inefficacia dei percorsi formativi. «Prova né è che c’è un forte tasso di dispersione scolastica in questo quartiere – aggiunge il parroco - . Tante famiglie sono consumate dall’uso del crack. Anche da piccoli, molti ragazzini, cominciano a fare uso di questa sostanza devastante che ha conseguenze immediate sul sistema nervoso e li fa andare fuori di testa. Sta scoppiando un’emergenza che colpisce tutti i ceti sociali».

Don Enzo Volpe ha partecipato a numerosi incontri organizzati con il prefetto e nota con piacere che la sensibilità delle istituzioni sul tema sta crescendo sempre di più. «Occorre un maggiore investimento non solo economico ma anche di progettualità a breve e a lungo termine – conclude don Enzo -. Questo significa ridurre il danno e fare prevenzione. Dobbiamo metterci tutti all’opera, serve più che mai essere cittadinanza attiva». E esempio di cittadinanza attiva è sicuramente l’assemblea pubblica permanente Sos Ballarò, una rete di associazioni, abitanti di Ballarò e di altri quartieri e commercianti.

«Hanno transennato i gradini della biblioteca comunale in piazzetta Brunaccini– commenta Francesco Montagnani, componente di Sos Ballarò – perché quello era il punto di ritrovo di tanti ragazzi e ragazze che consumavano crack. Quella di transennare l’area è stata una decisione di ordine pubblico e ringrazio le forze di polizia per il grande lavoro che svolgono ogni giorno ma non è stato risolto il problema perché questi ragazzi si troveranno ora un altro spazio dove continuare a fare ciò che facevano prima. Servono percorsi di accompagnamento e servizi socio -sanitari per aiutare davvero questi giovani a volersi più bene».

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