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Palermo, il crac dell'ente di formazione Cefop: tutti assolti al processo

Una manifestazione dei lavoratori del Cefop

Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Palermo, Paolo Magro, ha assolto col rito abbreviato i componenti del Consiglio d'amministrazione e del Collegio dei revisori dei conti accusati della bancarotta del Cefop, uno degli enti che negli anni scorsi avevano gestito la formazione professionale in Sicilia. Ai componenti degli organi di gestione dell’ente, Sandro Sottile, Santo Laneri (difesi dagli avvocati Marcello Montalbano e Claudio Livecchi), Giovanna Parlagreco (assistita dall’avvocato Enrico Sanseverino), Giangiorgio Perricone, Antonio Proto (avvocato Raffaele Bonsignore) e Claudio Termini, la procura aveva contestato di avere causato il dissesto del Cefop, per oltre 84 milioni di euro.

Parte di questo ammontare era stato oggetto delle richieste di numerose parti civili, soprattutto ex lavoratori: gli imputati infatti, secondo l'ipotesi d'accusa, avrebbero assunto oltre mille dipendenti a tempo indeterminato, accumulando debiti per retribuzioni non pagate e per il Tfr dei lavoratori, ma anche evaso tributi, come l’Irap, per cinque milioni di euro. Al termine delle indagini, rese difficili anche dalla omessa redazione dei bilanci societari, la procura aveva chiesto la condanna a quattro anni per la maggior parte degli imputati, a cui le parti civili (amministrazione straordinaria del Cefop, assessorato regionale alla Formazione professionale, singoli ex dipendenti) avevano chiesto i danni. Oggi però l’assoluzione, perché il fatto non sussiste dalla bancarotta fraudolenta e per prescrizione da quella documentale.

Inizialmente gli imputati erano molti di più. Coloro che non avevano chiesto il rito abbreviato erano stati rinviati a giudizio e il processo è tuttora in corso davanti alla quarta sezione del tribunale di Palermo.

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