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Palermo, Lipari resta in carcere: è accusato di aver ucciso il boss Di Giacomo alla Zisa

Onofrio LIPARI

Il tribunale del Riesame ha confermato la custodia cautelare in carcere per Onofrio Lipari accusato di essere il killer del boss Giuseppe Di Giacomo ucciso il 12 marzo del 2014 in pieno giorno nel quartiere Zisa. Gli avvocati che difendono Lipari detto Tony hanno acquisito un punto a loro favore. Una delle intercettazioni chiave dell’indagine «A quello l’ammazzò Tony, u capisti ca l’ammazzò Tony?!», così, secondo l’accusa, avrebbe detto il 3 ottobre del 2021 il fratello di Lipari, Salvatore, parlando con la moglie è stata trascritta nei brogliacci ma non è mai stata pronunciata.

Lo hanno scoperto gli avvocati Angelo Formuso e Michele Giovinco che difendono Lipari e lo ha confermato anche il perito nominato dalla procura. In quella conversazione si parlava di un rapporto contrastato fra la nipote del presunto assassino e il figlio della vittima. Ad essere intercettati il padre, la madre e il fratello di Tony Lipari. «E vabbè e se si vogliono bene, che fa che se ne scappano? che meglio è?», diceva la donna. «Perché a quello non l’ammazzò Tony? u' capisti c’ammazzò Toni? (lo hai capito che lo ha ammazzato Tony?)», avrebbe aggiunto il fratello. La frase sembrava una confessione, ma adesso tutto cambia.

Si attendono le motivazioni della sentenza per comprendere gli elementi che hanno portato i giudici a respingere l’istanza di scarcerazione.

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