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Mafia: il collaboratore Gaspare Spatuzza torna in libertà dopo 26 anni

Gaspare Spatuzza durante l'arresto a Palermo il 7 marzo 1997

Gaspare Spatuzza torna in libertà: la richiesta presentata dagli avvocati nell'aprile scorso è stata accolta. Da due settimane aveva ottenuto la liberazione condizionale, così come riporta il Corriere della Sera. Soprannominato 'u tignusu per la sua calvizie o l’imbianchino per il suo mestiere, era affiliato alla famiglia di Brancaccio, all’epoca guidata da Filippo e Giuseppe Graviano e, nel 2008, una volta diventato collaboratore di giustizia, ha contribuito a riscrivere la storia delle stragi di Capaci e via D’Amelio.

La decisione

La decisione sulla liberazione condizionale è arrivata dopo che la Cassazione, nell'aprile scorso, aveva annullato con rinvio l'ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Roma che in precedenza aveva negato la liberazione condizionale. Adesso è arrivata la nuova pronuncia della stessa Sorveglianza, dopo il parere favorevole delle procure antimafia che sono state interpellate.

Gaspare Spatuzza: chi è

Gaspare Spatuzza ha 59 anni e ha ricevuto condanne per oltre 40 omicidi. Si è autoaccusato di aver rubato la Fiat 126 impiegata come autobomba in via D’Amelio, dove il 19 luglio 1992 sono morti Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta. È tra gli autori materiali dell’omicidio di Don Pino Puglisi nel 1993. Ha rapito il 13 enne Giuseppe Di Matteo per vendicarsi del padre Santino e del suo pentimento.

Venne arrestato nel 1997 mentre si trovava all’ospedale Cervello di Palermo. Durante la detenzione si è iscritto alla facoltà di teologia. Senza avere più i vincoli della detenzione domiciliare a cui era sottoposto dal 2014. Ora, per cinque anni, dovrà rispettare le prescrizioni del tribunale, tra cui quella di non frequentare pregiudicati o non uscire dalla provincia in cui prenderà la residenza senza un’autorizzazione della Questura. Dopo essersi pentito, nell’estate del 2008, ha rilasciato dichiarazioni che hanno mandato a processo Matteo Messina Denaro per le stragi di Capaci e via D’Amelio.

Nella sua vita, la conversione religiosa: il suo pentimento farebbe parte di una conversione religiosa che lo ha fatto avvicinare al cattolicesimo. Per questo, negli anni, ha chiesto perdono alle vittime, ha svolto attività di volontariato e ha pregato all’Accademia dei Georgofili, luogo della strage di Firenze di quasi trent’anni fa.

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