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Palermo, è morto lo chef Salvatore Cascino: inventò l'Alì Pascià e cucinò per Papa Wojtyla

Salvatore Cascino (foto Facebook)

Lutto nel mondo della ristorazione siciliana: è morto lo chef Salvatore Cascino, capostipite di una famiglia palermitana che ha dedicato tutta la sua vita alla cucina. Continuò, nel 1962, l'attività avviata dal padre Francesco Paolo Cascino, dopo la morte di quest'ultimo, e fu l'ideatore e il gestore del Ristorante "La Botte 1962", tra Monreale e Pioppo. Era chiamato il "Cavaliere" e riuscì a trasmettere la sua passione prima ai figli e poi ai nipoti. La Botte divenne ristorante in cui cenarono vip come il calciatore Gianni Rivera o attori come Walter Chiari, Alberto Lupo, Wanda Osiris, ma anche personalità dello Stato come il generale Dalla Chiesa e il magistrato Paolo Borsellino. E ancora, Salvatore Cascino, preparò il pranzo per Papa Giovanni Paolo II. Immancabile nel suo menù il famoso semifreddo o parfait con mandorle caramellate e cioccolata calda nato nel ‘62 chiamato “Alì Pascià”. In tantissimi, per i propri banchetti nuziali, si affidavano a lui.

Diffusa la notizia della morte, in tanti hanno voluto testimoniare la vicinanza alla famiglia scrivendo un ricordo sui social. Tra questi, spicca la commovente lettera del nipote, Hermes Giovenco.

La lettera del nipote Hermes

Caro Nonno Toti, al momento non riesco a chiudere occhio e ho deciso di scriverti una lettera che purtroppo non leggerai mai, una lettera dove voglio ricordarti e raccontarti alle persone che non hanno avuto l’onore di conoscerti. Cercherò di scriverla senza commuovermi riportando alla mente tutti i ricordi. La cosa che mi piaceva di te è che avevi sempre una storia da raccontare; mi raccontasti del tuo viaggio in Inghilterra, in America, e non si può non nominare quello in Giappone con il famoso aneddoto del furto del pane. Mi hai fatto innamorare di Palermo con i tuoi racconti. Mi parlavi sempre di questo “Extrabar” dove lavoravi da giovane. Grazie a te ho scoperto Totò, ricordo ancora lo spezzone della vendita della fontana di Trevi, me ne parlavi sempre e ti si illuminavano gli occhi. Ricordo i pomeriggi a suonare insieme il pianoforte, a giocare a carte e a cantare canzoni della tua gioventù. Hai ottenuto il rispetto di tutti quanti. Hai fatto la storia della cucina siciliana, prendendo per la gola pontefici e regine. Ti ho sempre ammirato per i sacrifici fatti per portare avanti la famiglia, come i molteplici lavori che svolgevi. Non dimenticheremo mai la tua dedizione per “la Botte” e il tuo stacanovismo, come non dimenticheremo l’amore che provavi per noi nipoti. Nonno, ti ho sempre portato su un piedistallo per i traguardi che hai raggiunto; penso ancora a quella volta che con gli amici andai a mangiare fuori e ordinammo l’Alì pascià, nessuno credeva mai che tu, mio nonno, fossi l’ inventore di questo dolce.
Ricordo i cornetti che ci portavi la mattina quando noi ancora dormivamo. Ci sono tantissime altre cose che vorrei urlare al vento, ma preferisco tenermele per me. Spero un giorno di avere la voglia di fare che avevi tu, spero di raggiungere dei traguardi degni del nipote di Salvatore Cascino. Caro nonno, alla fine non sono riuscito a trattenermi e le lacrime mi sono uscite mentre scrivevo. Voglio farti una promessa: sei sempre stato accanto alla nonna in qualunque situazione, ora riposati al resto ci penso io. Ciao Nonno Toti, tuo nipote Hermes.

Il cordoglio di chi lo conosceva

In tanti hanno voluto testimoniare il proprio cordoglio: "Noi di Vina desideriamo salutare ed onorare il Grande Maestro Salvatore Cascino.
Grande Professionista, quanto Grande Uomo con il suo carisma e la sua signorilità di altri tempi. Caro Maestro, porteremo per sempre, indelebile, il suo ricordo. Al caro Maurizio ed alla Famiglia sentite condoglianze", si legge su Facebook. E ancora, Carla Lo Bianco: "Con grande affetto a un grande uomo grande Maestro e grande Chef Salvatore Cascino resterai sempre nei nostri cuori".

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