Bruno Contrada, ex numero due del Sisde, processato e condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, ha depositato ricorso per Cassazione contro la sentenza della Corte d’Appello di Palermo del 17 febbraio scorso che gli ha solo parzialmente liquidato l’indennizzo per l’ingiusta detenzione subita a causa della dichiarazione di illegittimità del verdetto dichiarata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo.
Con l’impugnazione Contrada ha denunciato l’esistenza di violazioni di legge e vizi di motivazione nei criteri seguiti dalla Corte palermitana per la quantificazione dell’indennizzo fissato in 285 mila euro. La sentenza di condanna per concorso esterno in associazione mafiosa, dopo la decisione della Cedu, fu dichiarata priva di effetti dalla Cassazione. «La Corte d’Appello - dice il legale di Contrada Stefano Giordano - è incorsa in errori giuridici gravi che hanno privato il mio assistito del completo indennizzo dovuto per legge. Attendiamo adesso il responso della Corte di Cassazione, che auspichiamo arrivi nel più breve tempo possibile, considerando le ingravescenti condizioni di salute del ricorrente».
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