Mauro Glorioso, lo studente di Palermo colpito da una bicicletta elettrica la notte del 23 gennaio scorso ai Murazzi, è stato risvegliato dal coma dai medici del Cto di Torino. Ma per stabilire quali siano le reali conseguenze del folle gesto che gli ha causato gravi lesioni alle vertebre cervicali bisognerà aspettare ancora qualche settimana. Il 23enne si trovava davanti ad una discoteca del capoluogo piemontese con degli amici. Il gruppo era in procinto di entrare dentro il locale The Beach, quando un pesante mezzo a due ruote è caduto da una balconata dei Murazzi del Po. La bici ha rimbalzato sul telone di protezione dell'ingresso della discoteca ed è finita addosso a Mauro, vittima incolpevole di un gesto assurdo che non ha ancora trovato un movente.
Da 14 giorni lo studente è in rianimazione e ha subito diversi interventi. I medici hanno cercato di ripristinare le lesioni alle vertebre che rischiano di farlo rimanere paralizzato. Ieri i camici bianchi del Centro Traumatologico hanno risvegliato il ragazzo che adesso è cosciente ma che ha ancora bisogno di una ventilazione meccanica per respirare. I familiari e gli amici non lo hanno mai lasciato solo in questi giorni. Il padre per il momento vuole solo pensare alla salute del figlio. Non parla e chiede preghiere per il ragazzo. Per avere giustizia, che nel frattempo sta facendo il suo corso con le indagini dei carabinieri che stanno esaminando i filmati e ascoltando testimoni, c'è tempo.
Sono numerose le segnalazioni da parte dei cittadini torinesi. In tanti stanno dando supporto ai carabinieri per la ricerca dei colpevoli. La settimana scorsa è stata costituita una task force che unisce elementi del nucleo investigativo e della compagnia San Carlo, che da anni si occupa della movida e conosce gli abituali frequentatori di locali, anche di quella zona. Si stanno anche scansionando, fotogramma per fotogramma, tutti i filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona ma anche delle zone limitrofe. Alcuni video, che sono sotto la lente di ingrandimento degli investigatori, sono definiti «interessanti sotto il profilo investigativo». Ciò che appare evidente è che a compiere quel gesto che mette in pericolo la vita del giovane studente palermitano non sia stata una sola persona. Si è trattato quasi sicuramente di un'azione di gruppo, probabilmente una ritorsione violenta nei confronti di chi non aveva permesso loro di accedere al locale. Ma non è l'unica versione al vaglio degli inquirenti.
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