Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

A Palermo 42 ricoveri di neonati per bronchiolite al "Villa Sofia Cervello": i sintomi

I dati si riferiscono al periodo da inizio novembre ad oggi. Il neonatologo: il virus respiratorio sinciziale particolarmente violento a causa del cosiddetto debito immunologico, causato dalla chiusura delle attività scolastiche degli ultimi tre anni di pandemia Covid19

Da novembre ad oggi l’unità di neonatologia e terapia intensiva neonatale dell’azienda ospedaliera Villa Sofia Cervello di Palermo ha ricoverato 42 neonati affetti da bronchiolite, malattia tipica dei primi due anni di vita, che può provocare insufficienza respiratoria anche grave.

«Sono stati destinati 4 posti letto, che in alcuni frangenti sono stati elevati a 6 - si legge in una nota dell’azienda -.
Nel 90% circa dei casi i piccoli pazienti sono risultati positivi al virus respiratorio sinciziale e tutti erano affetti da insufficienza respiratoria, per lo più di grado medio- severo, con diversi casi che hanno necessitato di ventilazione invasiva tramite intubazione.
Dall’osservazione clinica in 12 casi era presente, oltre all’infezione da virus respiratorio sinciziale, anche una co-infezione da altro microganismo virale o batterico».
La sindrome respiratoria diventa particolarmente impegnativa nel neonato e nei primi 3-6 mesi di vita, per le particolari condizioni anatomiche dei bronchi e bronchioli dei lattanti e, causando ostruzione dei condotti respiratori, può portare al collasso polmonare.

«Quest’anno l’epidemia da virus respiratorio sinciziale è particolarmente violenta - spiega Fabio Giardina, responsabile dell’unità di neonatologia con Utin dell’azienda - a causa del cosiddetto debito immunologico, causato dalla chiusura delle attività scolastiche e sociali in generale, negli ultimi tre anni di pandemia Covid19, e dall’utilizzo delle mascherine, che hanno impedito la circolazione virale, aumentando enormemente, dunque, la quantità di soggetti recettivi al virus. Il contagio nei neonati e lattanti - sottolinea lo specialista - avviene tramite via aerea da soggetti più grandi, adulti, ma soprattutto da bambini scolarizzati di età maggiore tra 3 e 10 anni, che presentano normali sintomi influenzali, i quali trasmettono l’infezione ai fratellini più piccoli o a neonati e lattanti con cui sono a contatto».

I sintomi che devono indurre i genitori a sospettare una bronchiolite sono: comparsa di rinorrea (secrezioni dal naso), tosse, respiro sibilante e difficoltà a respirare (dispnea), accompagnati da rifiuto dall’alimentazione. Può essere presente anche uno stato febbrile con rialzo della temperatura corporea.

Caricamento commenti

Commenta la notizia