Il tribunale del riesame di Palermo ha confermato la misura cautelare emessa nei confronti di Massimo Mulè, 50 anni, e di Salvatore Gioeli. I giudici del collegio presieduto da Simona Di Maida hanno però «declassato» il ruolo di Mulè, non ritenendolo il reggente del mandamento mafioso di Porta Nuova, ma un semplice partecipe: in ogni caso hanno confermato l’ordine di custodia emesso dal gip Fabio Pilato.
Mulè, soprannominato u Nicu, il piccolo, è figlio di Francesco, detto zu Francu, pure lui messo in carcere e ieri tornato libero proprio su ordine del riesame. In tutti e tre i casi (Gioeli, detto Mussolini, e i due Mulè) le motivazioni verranno rese note entro 45 giorni. Secondo i difensori di Francesco Mulè, gli avvocati Giovanni Castronovo e Marco Clementi, non c'erano le ragioni di necessità e improrogabile urgenza, collegate alla pericolosità, che avevano portato la Procura a emettere i fermi e il giudice a convalidarli, con un ulteriore provvedimento che ha stabilito la custodia in cella.
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