Non ci sarebbe stata alcuna truffa ai danni dell'Università e per questo motivo l'ingegnere Vincenzo Franzitta, 53 anni, professore a tempo pieno alla facoltà di Ingegneria, è stato prosciolto da ogni addebito ed è stato annullato il sequestro dei beni che era stato disposto nei suoi confronti. Lo scrive Fabio Geraci sul Giornale di Sicilia in edicola oggi.
L’accusa, infatti, non ha retto al vaglio del giudice per l’udienza preliminare, Simone Alecci, che ha chiuso il caso con un provvedimento di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste, ordinando anche la restituzione al docente, difeso dall'avvocato Carlo Emma, di poco più di 63 mila euro che erano stati «congelati» nel 2019.
La vicenda, infatti, risale al dicembre di tre anni fa: l’inchiesta, che era nata nell’ambito di accertamenti per un presunto giro di false fatturazioni, coinvolgeva, tra le società sospette, anche la «Emar srl» che si occupa di costruzioni edili, formalmente intestata alla moglie di Franzitta.
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