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La guardia di finanza: «Scovare gli imprenditori collusi significa colpire al cuore la mafia»

Il comandante del nucleo di polizia economico finanziaria ricorda l'insegnamento di Borsellino: «Fare affari cercando o accettando l'appoggio della mafia è una scelta perdente oltre che criminale»

«Individuare gli imprenditori collusi costituisce il livello superiore delle investigazioni antimafia, il salto di qualità indispensabile per colpire al cuore gli interessi economici di Cosa nostra, contrastando i tentativi di infiltrazione nel mercato legale basati su rapporti malati con operatori commerciali senza scrupoli, interessati a patti di reciproca convenienza che hanno l’effetto concreto e perverso di rafforzare la capacità del sodalizio mafioso di condizionare e inquinare il sistema produttivo».

È quanto afferma Gianluca Angelini, comandante del nucleo di polizia economico finanziaria, commentando l’operazione che ha portato agli arresti e ai sequestri di diverse società che gestivano una rete di negozio di abbigliamento al dettaglio.

«Oggi più che mai - aggiunge il colonnello Angelini - è vivo e oltremodo attuale l’insegnamento del giudice Borsellino quando ci ricordava come la lotta alla mafia deve essere prima di tutto un movimento culturale che si oppone al compromesso morale, all’indifferenza, alla contiguità e quindi alla complicità. Il messaggio deve essere chiaro: fare affari cercando o accettando l'appoggio della mafia è una scelta perdente oltre che criminale. L'attenzione investigativa della guardia di finanza continuerà, come sempre, ad essere altissima per individuare ricchezze e patrimoni illecitamente accumulati, che devono essere restituiti alla collettività: è un dovere nei confronti dei cittadini e degli imprenditori onesti, per proteggere e tutelare il tessuto economico sano del nostro territorio».

Nel video qui sotto le intercettazioni

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