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Palermo, dalla città un coro: «Forza Biagio, riprenditi. I poveri hanno ancora bisogno di te»

Il missionario Biagio Conte

«Forza Biagio riprenditi presto». «Forza Biagio, i poveri hanno ancora bisogno di te!». «Fratel Biagio, abbi cura della tua persona, c'è ancora troppo bisogno della tua opera». Questi sono tre dei tanti messaggi per Fratel Biagio Conte inviati dai lettori di Gds.it, che per primo ha dato la notizia del suo ricovero in ospedale.

I più fragili nella Missione Speranza e Carità hanno trovato un tetto, un pasto caldo e soprattutto un nuovo senso alla loro vita. Adesso tutti quanti stanno pregando per Biagio Conte, ricoverato in ospedale. Sulle sue condizioni, che sarebbero serie ma non preoccupanti, c’è il più stretto riserbo. Nelle ultime ore sul sito del Giornale di Sicilia si è diffuso un certo allarmismo sullo stato di salute del missionario laico, ma fortunatamente il suo corpo, debilitato anche dai prolungati digiuni, è fiaccato ma forte.

Lo scorso luglio, quasi un anno fa, si era ritirato in una grotta in provincia per pregare contro tutte le ingiustizie. Fino al 7 febbraio a sostenerlo solo pane e acqua; poi aveva proseguito nutrendosi solo di acqua ed eucarestia. Nel mese di marzo, dopo circa otto mesi di semidigiuno e tanta preghiera anche per dire no alla guerra, il suo corpo non era più in grado di continuare la sua penitenza. Molto debole, allo stremo delle forze, era stato molto male e aveva così interrotto la sua lunga penitenza.

«Non prevalga più il male ma accogliamo e facciamo il bene - diceva Fratel Biagio -, riconciliandoci tutti insieme con lo Stato della Russia, dell’Ucraina, dell’Europa, dell’America, dell’Africa e dell’Asia e con tutti gli altri Stati del mondo». Biagio Conte, oggi 58enne, è il fondatore della Missione Speranza e Carità, nata nel 1991 con l’obiettivo di aiutare gli ultimi. Sono 600 oggi le persone che vivono in Missione divisa in nove comunità destinate all’accoglienza maschile e di donne o mamme con bambini. Le strutture si trovano nel capoluogo e in provincia. Il cuore pulsante è quello di via Archirafi, la prima struttura, poi si affiancarono le altre di via Garibaldi (Accoglienza femminile) e di via Decollati (La Cittadella del povero e della speranza).

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