«Caro Papà, nella fiera delle passerelle nessuno ti ha ricordato, né ha fatto il tuo nome. Nessuno della tua famiglia è stato invitato, come se il maxiprocesso si fosse fatto da solo. So che tu lo sapevi, che era già ampiamente da noi previsto, che tu lo avevi già subito (evidentemente non si era trattato di un errore), che i tuoi "colleghi" ti hanno isolato e dimenticato da tempo». Lo scrive su Facebook, il giorno dopo le commemorazioni per il trentennale delle stragi di mafia del 1992, l’avvocato Stefano Giordano, figlio del giudice Alfonso Giordano che, nella Palermo degli anni Ottanta, fu l’unico magistrato ad accettare di dirigere la corte d’assise del primo grande processo alla mafia, il Maxiprocesso. Il giudice è morto il 12 luglio dell’anno scorso a 92 anni. «Hai fatto solo il tuo dovere - aggiunge - e questo non viene mai apprezzato per se stesso, se non, talvolta, dalla gente comune, e dal buon Dio».
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