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Palermo: la banca non accetta la rinegoziazione del mutuo, il giudice sospende l'asta della casa

L'avvocato Salvatore Bidera Miceli

La banca non accetta la rinegoziazione del mutuo ma il giudice sospende ugualmente la procedura esecutiva, finalizzata alla messa all'asta dell'immobile.

La vicenda è quella di una coppia palermitana, proprietaria di un appartamento, che per difficoltà economiche non è più riuscito a pagare il mutuo della sua prima casa, quella in cui vive. A quel punto, rifacendosi al cosiddetto decreto "salva-suicidi" che risale al 2019 (e che prende il nome da una drammatica vicenda di cronaca), avevano chiesto al proprio istituto di credito di rinegoziare il mutuo. Richiesta negata, durante il processo, perché i debitori non avrebbero avuto i requisiti per ottenerlo.

Ma il giudice ha rilevato che "il provvedimento di sospensione del processo esecutivo non presuppone necessariamente una dichiarazione di apertura della trattativa da parte della banca". Insomma: anche se il proprietario non ha i cosiddetti "requisiti creditizi", la Sesta Sezione Civile del Tribunale di Palermo gli ha ugualmente concesso altri sei mesi di tempo.

"La forma di esdebitazione ex art. 41 bis L. 157/2019 funziona davvero e concede speranza ai debitori, che hanno la loro abitazione principale all'asta - commenta l'avvocato Salvatore Bidera Miceli che ha portato avanti la causa -. Il giudice, valutando la tempestività dell’istanza, la completezza dei requisiti, precisando che il provvedimento di sospensione del processo esecutivo non presuppone necessariamente una dichiarazione di apertura della trattativa sulla rinegoziazione da parte della banca, ha accolto le ragioni dei debitori, sospendendo l'intera procedura esecutiva per sei mesi".

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